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Libera circolazione, depositata l’iniziativa della destra

L'iniziativa popolare "Per un'immigrazione moderata", che mira a disdire l'accordo di libera circolazione delle persone con l'Unione europea, è stata depositata oggi alla Cancelleria federale dagli esponenti della destra, Unione democratica di centro (Udc) e Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (Asni).

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In sostanza il testoCollegamento esterno, sottoscritto da quasi 119’000 elettori, chiede di ripristinate la piena sovranità di Berna nel regolare l’immigrazione di cittadini e lavoratori dall’Unione Europea e nel contempo vieta alle autorità federali di stipulare nuove intese di libera circolazione.

Nell’ipotesi che la proposta venga accettata alle urne, il governo avrà un anno di tempo per negoziare un nuovo accordo con Bruxelles e qualora non si giungesse a un compromesso, Berna dovrebbe uscire unilateralmente dall’intesa. Un’eventualità che verosimilmente comporterebbe la decadenza dell’insieme degli accordi stipulati con l’Ue (clausola ghigliottina inserita nei Bilaterali).

Una tesi su cui però non concordano i vertici dell’Udc, per i quali l’Ue non ha interesse a disdire gli accordi sul trasporto terrestre e aereo firmati negli anni ’90. In ogni caso “i guasti della libera circolazione in Svizzera sono talmente rilevanti che è necessario assumersi dei rischi”, ha sottolineato il presidente democentrista Albert Rösti.

L’economia elvetica procede a pieno regime malgrado la crisi finanziaria in Europa, ha riconosciuto, ma l’indice del prodotto interno lordo per abitante non cresce da dieci anni, la disoccupazione resta elevata e i salari ristagnano o diminuiscono, soprattutto nelle regioni di frontiera.

Gli alti salari svizzeri, ha insistito Rösti, provocano l’arrivo in massa di manodopera dall’estero che fa diminuire il livello delle remunerazioni e da questa situazione, di cui si avvantaggiano sicuramente gli stranieri, gli svizzeri hanno solo da perderci.

Sulla stessa linea il responsabile dell’ASNI Lukas Reimann per il quale l’applicazione normativa dell’analoga iniziativa del febbraio 2014 (Iniziativa contro l’immigrazione di massa) ha sostanzialmente tradito lo spirito originale della proposta, creando un mostro burocratico del tutto inefficace (la cosiddetta preferenza indigena light).    

 

 

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