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Il solare svizzero dà speranze al sud Etiopia

Quattro operai e due supervisori installano un impianto fotovoltaico su un piccolo edificio in Afria.
Metà energia per l'ambulatorio, l'altra per piccole attività economiche o abitazioni. Sahay Solar Association

Tecnologia svizzera in Etiopia, per dare elettricità e nuove speranze alla popolazione di alcuni villaggi del sud del Paese. Il TG della Radiotelevisione svizzera presenta un progetto che coinvolge la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

Su stimolo della Direzione per lo sviluppo e la cooperazioneCollegamento esterno DSC, la SUPSICollegamento esterno porta in Africa un cosiddetto trasferimento di competenze: i pannelli fotovoltaici non risolvono soltanto un problema contingente, ma danno nuove prospettive di vita.

Al progettoCollegamento esterno partecipa il docente e ricercatore Domenico Chianese, che è stato più volte nel sud dell’Etiopia con la Ong Sahay Sonar di Basilea.

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Le missioni nel paese africano durano di solito due settimane: la prima dedicata alla formazione, la seconda si installano impianti per dare elettricità a piccoli ambulatori costruiti dal governo.

“Prima del nostro intervento queste stazioni mediche possono operare soltanto durante il giorno”, spiega Chianese, “perché non hanno nessuna fonte di luce se non qualche pila che utilizzano gli infermieri, e soprattutto hanno difficoltà a mantenere i medicamenti al fresco”.

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I pannelli solari, però, non danno energia soltanto all’ambulatorio. “Metà dell’impianto fornisce la stazione medica mentre l’altra è a disposizione degli abitanti del villaggio, o per avviare piccole attività economiche (il barbiere, il bar) o per fornire luce alle capanne”.

Da cosa nasce cosa. Spesso dopo l’elettricità, grazie all’installazione di pompe, il villaggio può avere anche l’acqua. 

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