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Zurigo vuole diversificare la propria cultura della memoria

Keystone-SDA

La città di Zurigo vuole presentare il proprio passato in modo più diversificato. Anziché solamente ricchi uomini bianchi, anche le donne e i migranti devono trovare spazio nella cultura della memoria.

(Keystone-ATS) Il Municipio ha chiesto un tesoretto annuale di 375’000 franchi per una strategia in tal proposito, viene indicato in una nota diramata oggi. Tale somma comprende, ad esempio, il sostegno agli attori della società civile e un nuovo ufficio specializzato sull’argomento all’interno del dipartimento della cultura.

Il piano d’azione si ricollega alle discussioni sul passato coloniale della città sulla Limmat. È stata avanzata la richiesta di rimuovere il monumento dedicato ad Alfred Escher – politico, imprenditore e pioniere della ferrovia in Svizzera vissuto nell’Ottocento – davanti alla stazione centrale, poiché la sua famiglia avrebbe tratto profitto dalla schiavitù. Anche la prevista copertura di due iscrizioni su edifici storici contenenti la parola “Mohr” (moro), ritenuta discriminatoria, ha suscitato un ampio dibattito, oltre che una controversia giudiziaria a colpi di ricorsi.

La strategia presentata oggi, si legge nel comunicato, costituisce per la prima volta una base vincolante per l’approccio del Municipio e dell’amministrazione ai temi e alle questioni relative alla cultura della memoria. Numerose iniziative domandano studi storici su aspetti poco approfonditi, la costruzione di nuovi monumenti o la ridenominazione di strade e piazze, sottolineano le autorità zurighesi.

Questa dinamica dimostra che esiste la necessità di raccontare la storia di Zurigo in modo più completo, si aggiunge nella nota. Finora, gli uffici comunali interessati hanno reagito caso per caso alle richieste relative alla cultura della memoria, senza una strategia globale o una collaborazione tra i dipartimenti. Con il nuovo piano, l’obiettivo è quello di muoversi in modo più coordinato e lungimirante in futuro.

La città intende insomma assumere un ruolo proattivo sulla questione. Fra le misure principali figurano anche l’istituzione di una commissione consultiva apposita sulla cultura della memoria e la promozione di progetti della società civile.

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