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Zurigo: ex giudice federale indagherà su morti in cardiochirurgia

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) L’incarico di far luce sul numero insolitamente alto di decessi registrati nella clinica di cardiochirurgia dell’Ospedale universitario di Zurigo (USZ) fra il 2016 e il 2020 è stato affidato all’ex giudice del Tribunale federale Niklaus Oberholzer.

L’inchiesta indipendente prenderà in esame i circa 350 decessi registrati in quel periodo e i risultati dovrebbero essere disponibili fra un anno. “Corrono voci che fino a 200 di questi decessi avrebbero potuto essere evitati”, ha dichiarato oggi davanti alla stampa il presidente del consiglio ospedaliero di USZ André Zemp.

La direzione dell’ospedale vuole “fare piena luce” su quei fatti per riconquistare la fiducia dei pazienti e dell’opinione pubblica. A questo scopo, una commissione d’inchiesta indipendente esaminerà tutti i casi di decessi e complicazioni registrati tra il 2016 e il 2020, quando a capo della clinica di cardiochirurgia c’era il professore italiano Francesco Maisano.

“La posta in gioco è troppo alta”

Niklaus Oberholzer, che ha lavorato al Tribunale federale di Losanna fino al 2019, ha le migliori qualifiche per guidare il lavoro del gruppo di esperti. “Sono convinto che sia necessaria un’indagine approfondita e completa”, ha dichiarato Oberholzer alla conferenza stampa. “La posta in gioco è troppo alta per poter tornare al lavoro di tutti i giorni”.

Oberholzer sarà affiancato da una persona, che deve essere ancora nominata, con conoscenze specialistiche di cardiochirurgia e da un esperto di organizzazione ospedaliera. Potrà inoltre avvalersi di un’intera squadra di collaboratori.

Per i responsabili è importante che tutte le persone coinvolte non abbiano nulla a che fare con l’ospedale universitario. Oberholzer ha anche sottolineato che lui stesso ha seguito gli eventi solo da esterno, attraverso i media. “Sono completamente indipendente”, ha affermato.

I primi sospetti nel 2018

Già nel 2018 alcuni media avevano parlato di un tasso di mortalità nella clinica di cardiochirurgia più altro rispetto ad altri ospedali. All’epoca un whistleblower aveva inoltre contattato la direzione dell’ospedale e riferito di inutili complicazioni e referti medici falsificati.

Da un’indagine interna era quindi emerso che il professor Maisano aveva impiantato protesi di una società della quale deteneva una partecipazione non dichiarata, con un possibile conflitto di interessi.

Il successore parla di 150 morti evitabili

Il professor Maisano, che ha sempre respinto le accuse definendole un “costrutto infondato”, è stato sollevato dall’incarico nel luglio 2020. Il suo successore ad interim, Paul Vogt, si è dovuto presentare lo scorso aprile in tribunale – dov’è stato assolto in prima istanza dall’accusa di falsità in atti – ed ha approfittato dell’occasione per togliersi i sassolini dalle scarpe e fare una lunga digressione sulle condizioni riscontrate nella clinica di cardiochirurgia nell’estate 2020.

Il professor Vogt, che nel frattempo è stato a sua volta pensionato dall’USZ, ha mosso gravi accuse al suo predecessore, affermando che 150 pazienti morti durante operazioni eseguite tra il 2016 e il 2020 avrebbero potuto sopravvivere.

Il professor Maisano è nel frattempo ritornato ad operare in Italia: è dello scorso 28 marzo la notizia di un intervento da lui eseguito con successo con una tecnica mini-invasiva sul cuore di Flavio Briatore all’ospedale San Raffaele di Milano.

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