Zelensky sente ancora Trump e Macron, “servono missili”

Gli occhi della comunità internazionale in queste ore sono puntati sul Medio Oriente, ma Volodymyr Zelensky prova a tenere alta l'attenzione degli alleati anche sulla sua guerra.
(Keystone-ATS) Il leader ucraino ha sentito per la seconda volta in due giorni Donald Trump e ha parlato con Emmanuel Macron. La richiesta, pressante, è sempre quella: più sistemi di difesa antiaerea e più missili, con un’attenzione particolare ai vettori di lungo raggio, per contrastare l’offensiva russa. L’obiettivo di Kiev è sfruttare l’onda emotiva dell’inquilino della Casa Bianca, che sembra essersi stancato delle promesse di pace non mantenute da Vladimir Putin. L’ultimo indizio in questa direzione lo fornisce il Financial Times: gli ucraini hanno ricevuto informazioni di intelligence Usa per colpire le risorse energetiche russe.
“Ho appena parlato con Potus” ed “anche questa conversazione è stata molto produttiva”, ha fatto sapere Zelensky nel primo pomeriggio dai suoi canali social. In questa occasione sono state approfondite le questioni sollevate nel colloquio delle 24 ore precedenti, che riguardano “tutti gli aspetti”, ha spiegato il presidente ucraino. A partire soprattutto dal “rafforzamento delle nostre capacità nella difesa aerea, nella resilienza e nelle capacità a lungo raggio”. Sulla linea Washington-Kiev, quindi, sarebbe stata approfondita l’apertura di Trump all’invio all’alleato dei missili Tomahawk, con una gittata di circa 2500 chilometri e capaci quindi di moltiplicare le opzioni di attacco ucraine.
Di analogo tenore il colloquio con il presidente francese. “L’ho informato delle nostre esigenze prioritarie, in primo luogo i sistemi di difesa aerea e i missili”, ha spiegato Zelensky, sottolineando che “la Russia ora sta sfruttando il momento”, dal “Medio Oriente” alle “questioni interne di ogni Paese” (vedi proprio la crisi politica che scuote l’Eliseo), per condurre attacchi contro l’Ucraina “sempre più vili”. Per far fronte all’esigenza di nuove armi, Kiev sta lavorando con Parigi “per espandere l’iniziativa Purl”, con i Paesi della Nato che acquistano armi americane da girare all’Ucraina.