Yoga: “è assurto a business miliardario, lontano da suoi principi”
(Keystone-ATS) Lo yoga sta diventando sempre più un business miliardario, un lucrativo campo di affari ormai lontano dai principi che dovrebbero essere alla base della pratica meditativa: è l’accusa lanciata da Gesundheitstipp, che trova supporto anche nell’opinione dagli esperti.
Lo yoga fa bene al corpo e alla mente, ma i semplici esercizi indiani per tutti si sono trasformati in un discutibile commercio del benessere, sostiene nel numero di ottobre il periodico dei consumatori incentrato sulla salute molto diffuso nella Svizzera tedesca.
La testata fa un elenco degli articoli che vengono venduti a Zurigo, a volte in piani interi di negozi, solo per il settore in questione: legging, bustier, tappetini spesso a prezzi elevati. Non mancano poi gli operatori che promuovono sempre nuove versioni dello yoga – con con cani o alpaca, su una tavola da surf nel lago o fluttuando su asciugamani – come pure le offerte di viaggi specifici.
Secondo la rivista tedesca Yoga World gli esperti stimano il fatturato globale dell’industria a oltre 80 miliardi di franchi: e gli affari sono in crescita. Stando all’autrice tedesca ed esperta del ramo Sigrid König l’abbigliamento e gli accessori rappresentano circa la metà di tale cifra.
La mercificazione in atto viene però anche criticata. “La commercializzazione contraddice la filosofia dello yoga”, afferma Daniela Küng, presidente dell’Associazione svizzera di Yoga, citata da Gesundheitstipp. L’obiettivo dovrebbe essere quello di liberarsi dai “desideri materiali” e di trovare la felicità dentro di sé. “Se lo yoga è una cosa seria non c’è bisogno di tutto il consumismo che lo circonda”, dice Daniela Küng.
Le fa eco Naomi King, di Yoga Svizzera, un’altra organizzazione del ramo. “In Occidente, lo yoga è stato ridotto a una pratica fisica e orientata al fitness”. Questo ha incoraggiato la commercializzazione.
Nel suo libro “The Yoga Manifesto”, la giornalista britannica Nadia Gilani prende una posizione dura nei confronti della mercantilizzazione del comparto in questione. “Lo yoga ha perso la sua strada”, sostiene. La spiritualità originale è andata perduta. “La pratica odierna è egoistica, orientata al fitness ed è diventata una cosa elitaria”, afferma la specialista. L’industria dello yoga si rivolge principalmente alle persone con un reddito elevato nelle città.
Uno studio del 2020 dell’Ufficio federale dello sport citato da Gesundheitstipp conferma questo quadro: lo yoga è particolarmente popolare tra le donne di età compresa tra i 30 e i 44 anni, e più nelle aree urbane che in campagna. Gilani critica il fatto che l’industria dello yoga promuova un’immagine corporea ritenuta problematica: giovane, snella e ben allenata. Spesso si tratta solo di mostrare un corpo perfetto nelle pose più spettacolari possibili, sostiene: molti studi che offrono corsi di yoga si presentano con queste immagini su Instagram o Facebook.
Intanto uomini d’affari intraprendenti stanno sfruttando il boom dello yoga nei paesi industrializzati per fare soldi con società in franchising. L’indiano Bikram Choudhury, ad esempio, ha fatto proteggere come marchio una sequenza di 26 posizioni yoga in una stanza riscaldata a 40 gradi e ad alta umidità. Chiunque voglia offrire lezioni di Bikram yoga deve essere formato da Choudhury. Il costo: circa 10’000 dollari. Si dice che il guru ne abbia ricavato milioni, riferisce il giornale.
Il mercato dei programmi di formazione per insegnanti di yoga è in costante crescita. “Molte persone vogliono approfondire lo yoga con questo tipo di formazione”, spiega Küng. I corsi sono un buon modo per guadagnare: “sono più redditizi delle normali lezioni di gruppo”, dice l’operatrice. Secondo King particolarmente costosi sono i corsi di formazione brevi presso i resort in Asia.