Venezia: domani al via la mostra del cinema, l’ombra di Gaza

A poche ore dall'apertura della 82/a Mostra del cinema il glamour per ora cede il passo alla realtà della guerra e ai massacri in corso a Gaza.
(Keystone-ATS) La mobilitazione iniziata ormai da giorni, da parte di associazioni e gruppi di artisti, culminata nella lettera aperta di Venice4Palestine che ha raccolto oltre 1500 firme di artisti, giornalisti, attivisti, italiani e internazionali, da Marco Bellocchio a Annie Ernaux, oggi ha avuto un primo effetto ‘ufficiale’.
L’intervento, nella cerimonia di preapertura, di Don Nandino Capovilla, il parroco di Marghera, coordinatore di Pax Christi dal 2009 al 2013, fermato all’aeroporto di Tel Aviv ed espulso da Israele il 12 agosto scorso. Una scelta doverosa, sottolinea il direttore della Mostra Alberto Barbera, “mentre ci ritroviamo impotenti ad assistere a un massacro che non possiamo giustificare neanche un po’”.
Il sacerdote ha sottolineato che quanto sta accadendo a Gaza “può essere fermato e non lo stiamo facendo, o non abbastanza: possiamo smettere di inviare armi a Israele, possiamo indurlo al rispetto del diritto, a lasciare che le agenzie Onu, coordinate da Ocha, tornino a soccorrere una popolazione stremata; possiamo renderci conto che finché non finisce l’occupazione è assurdo e ipocrita ripetere il ritornello dei ‘due popoli, due stati”.
A introdurre Don Capovilla è stato il presidente della Biennale, Pietragelo Buttafuoco “Ho attraversato le strade di Catania e ho trovato una scritta che mi ha fatto riflettere, mi ha procurato un dolore – ha spiegato -. La scritta che ho visto diceva che non si sta zitti, non si fa silenzio solo quando i bambini dormono e si comincia a gridare a parlare, a fare rumore quando i bambini muoiono”.
Resta adesso da vedere se la protesta per Gaza arriverà anche sul tappeto rosso della cerimonia d’apertura o addirittura in sala, in una giornata che avrà come protagonista Paolo Sorrentino, arrivato al lido nel pomeriggio accolto da una folla di fotografi. Il cineasta apre il concorso, con il primo dei cinque film italiani in gara per il leone d’oro, La grazia.
Nel film Sorrentino ritrova l’attore che ha più incarnato finora le sue visioni e ossessioni, Toni Servillo, qui nei panni, stando alle poche informazioni ufficiose disponibili (non è stata diffusa finora una sinossi ufficiale) di un presidente della Repubblica a fine mandato che affronta dei dilemmi orali quando deve decidere su due domande di grazia.
La grazia sarà proiettato alla fine della cerimonia d’apertura, condotta quest’anno (il termine madrina è andato in soffitta), da Emanuela Fanelli. La versatile attrice vincitrice di due David di Donatello terrà anche un piccolo discorso, ma ha già detto che non ci sarà un riferimento diretto a Gaza: “Io sono totalmente a favore sull’attirare l’attenzione su quanto sta succedendo in un momento nel quale i riflettori sono sul lido” ha spiegato all’ANSA. Durante la cerimonia “che è breve, farò un discorsino. Introdurre questo argomento avrebbe voluto dire ridurlo a una o due frasi e non lo trovavo giusto”.
Il cinema, in effetti, si prenderà la scena con la consegna del primo dei due Leoni d’oro di quest’edizione (l’altro andrà a Kim Novak), assegnato a Werner Herzog, l’autore di capolavori come Fitzcarraldo, che avrà a pronunciare la ‘laudatio per il riconoscimento un altro maestro del cinema, Francis Ford Coppola.
Nella lunga giornata aprirà anche il concorso parallelo di Orizzonti, con Mother, della macedone Teona Strugar Mitevska, ritratto anticonvenzionale di un episodio della vita di Madre Teresa di Calcutta, qui interpretata da Noomi Rapace.