Vendite auto nuove in calo anche in maggio, Tesla ancora giù

Il mercato automobilistico svizzero si conferma in difficoltà: in maggio sono entrate in circolazione 20'000 vetture nuove, il 6,1% in meno dello stesso periodo del 2024.
(Keystone-ATS) Per i primi cinque mesi dell’anno la contrazione è del 7,3% (a 91’300), ha indicato oggi l’associazione degli importatori Auto-Svizzera, che critica il mondo politico e parla di una prima tendenza a sopprimere impieghi. L’elettrico avanza in modo deciso, malgrado Tesla continui a mostrare un andamento assai negativo.
È incoraggiante notare che la percentuale di veicoli elettrici sia aumentata significativamente, ma questo sviluppo avviene in un mercato complessivamente in calo, sostiene l’organizzazione. La trasformazione verso l’elettromobilità viene quindi ritardata: rispetto alle dinamiche di mercato di molti paesi dell’Ue la domanda in Svizzera è limitata. I membri di Auto-Svizzera stimano che il mercato complessivo sarà inferiore di 20’000 unità rispetto al 2024.
“Invece di migliorare le condizioni quadro per gli investimenti, i politici stanno strangolando il mercato dell’auto con una selva di norme che non sono né ecologicamente né economicamente sensate”, afferma l’economista Mario Bonato, citato in un comunicato. “La Svizzera non ha bisogno di fantasie normative ideologicamente motivate, ma piuttosto di un realismo orientato al mercato”.
La minaccia, un tempo incombente, di un crollo strutturale nei settori del commercio, dei servizi e delle importazioni si sta concretizzando: le spese pubblicitarie vengono ridotte e si perdono i primi posti di lavoro. Questo nonostante il Consiglio federale abbia affermato che “non ci si aspetta alcuna distorsione del mercato a seguito delle norme sulle emissioni di CO2”, si rammarica Auto-Svizzera. Secondo l’organismo padronale è urgente una politica che ripristini la certezza della pianificazione, ad esempio riducendo in modo mirato l’eccesso di regole: l’Ue ha risposto alle richieste dell’industria rendendo più flessibili gli obiettivi di CO2, mentre il Consiglio federale appare riluttante a formulare una concessione analoga, viene fatto notare.
Dopo le parole, alcuni dati potenzialmente interessanti: nel quinto mese dell’anno le propulsioni alternative sono arrivate a una quota di mercato del 67% (56% nel maggio 2024), con in primo piano l’ibrido normale (36%, in aumento dal 31% di un anno prima) e l’elettrico (21%, sale dal 17%), davanti all’ibrido plug-in (12%, in crescita dall’8%). La vettura a benzina è al 25% (era al 32%) e il diesel al 7% (era al 12%).
In cifre assolute – tutte arrotondate al centinaio per una maggiore facilità di lettura – hanno lasciato i concessionari 7200 ibride (+9%), 4900 veicoli a benzina (-29%), 4200 elettriche (+17%), 2300 ibride plug-in (+30%) e 1400 mezzi diesel (-43%). In lieve calo (al 51%, partendo dal 53%) è la quota di 4×4.
Se si guarda ai dati cumulati del periodo gennaio-maggio spicca l’avanzata dell’ibrido (+10% a 33’800), dell’elettrico (+7% a 18’400) e dell’ibrido plug-in (+4% a 9200), mentre arretrano il propulsore a benzina (-27% a 23’200) e il diesel (-32% a 6900). Dopo cinque mesi la quota dei motori alternativi ha raggiunto 67% (era del 58% nel corrispondente periodo del 2024).
Con un occhio alla concorrenza, come sempre interessante è stilare una classifica delle vendite dei singoli marchi: primeggia per un soffio BMW (9100 vetture vendute fra gennaio e maggio), davanti a Volkswagen (9000), Skoda (8400), Mercedes (7100) e Audi (6900); già più staccate seguono poi Toyota (4500), Seat/Cupra (4000), Hyundai (3900), Renault (3800), Dacia (3200), Volvo (3000), Kia (2600), Ford (pure 2600), Peugeot (2200), Porsche (pure 2200), Tesla (1900) e Nissan (1800); tutti gli altri marchi non raggiungono quota 1500.
Volendo focalizzare l’attenzione su Tesla si nota che il costruttore americano non approfitta dell’espansione dei propulsori elettrici: al contrario, le vendite delle auto dell’azienda guidata dal controverso imprenditore Elon Musk segnano un -14% (su base annua) in maggio e addirittura un -55% nei primi cinque mesi (solo Fiat fa peggio: -70%). Concretamente la quota di mercato di Tesla è crollata dal 4,3% del periodo gennaio-maggio 2024 al 2,1% degli stessi mesi dell’anno in corso.