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Vendita vetture nuove: boom per l’ibrido, soffre l’elettrico

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Forte aumento delle vendite di vetture ibride, ma elettrico in difficoltà, in un contesto che vede il mercato dell’auto confermarsi in calo.

È questa la fotografia del settore in Svizzera, certificata da un mese di settembre che ricalca la tendenza complessiva osservata nei primi nove mesi.

Stando ai dati diffusi oggi dall’associazione degli importatori Auto-Svizzera in settembre sono entrate in circolazione 20’200 vetture nuove (tutte le cifre assolute arrotondate al centinaio per una migliore leggibilità), il 6,6% in meno dello stesso mese del 2023.

Nel nono mese dell’anno le propulsioni alternative sono arrivate a una quota di mercato del 66% (60% nel settembre 2023), con in primo piano l’ibrido normale (35%, in aumento dal 27% di un anno prima) e l’elettrico (23%, in contrazione però dal 24%), davanti all’ibrido plug-in (9%). La vettura a benzina è al 26% e il diesel all’8%.

In cifre assolute hanno lasciato i concessionari 7000 ibride (+21%), 5200 veicoli a benzina (-23%), 4600 elettriche (-11%), 1700 ibride plug-in (-18%) e 1700 mezzi diesel (-8%). In lieve aumento (al 52%, partendo dal 50%) è la quota di 4×4.

Se si guarda ai dati cumulati del periodo gennaio-settembre si arriva a una cifra di vendite totali di 175’700, con una contrazione del 3,9% su base annua. Anche in questo caso spicca la diminuzione dell’elettrico (-10% a 36’200) e del propulsore a benzina (-16% a 63’200), mentre tiene il diesel (-1% a 17’400) e avanza fortemente l’ibrido (+15% a 49’800). Concretamente per la prima volta dopo tre trimestri la quota dei motori alternativi ha raggiunto 60% (era del 56% dodici mesi prima).

“I motori ibridi sono il nuovo standard del mercato automobilistico svizzero”, affermano gli esperti di Auto-Svizzera. Diversa è invece la situazione per le e-car. “La riluttanza ad acquistare sistemi di trazione completamente elettrici, soprattutto da parte degli acquirenti privati, è dovuta principalmente al deterioramento delle condizioni politiche generali”, commenta il presidente dell’organizzazione, Peter Grünenfelder, citato in un comunicato. “Questo a sua volta genera incertezza, ritarda le decisioni di investimento e fa invecchiare la flotta automobilistica svizzera: in media le nostre auto hanno ormai più di dieci anni, mentre all’inizio del millennio questa cifra era ancora di 7,4 anni”. Secondo Grünenfelder l’offerta sempre crescente di nuovi modelli attraenti dovrebbe però stimolare la domanda, così come le prospettive economiche per il 2025.

Thomas Rücker, direttore di Auto-Svizzera, fa riferimento al problema “spesso insormontabile per gli inquilini di trovare una stazione di ricarica dove parcheggiare il proprio veicolo”. “Un cliente realmente interessato all’acquisto di una e-car, ma impossibilitato a ricaricarla a casa, di solito deve rinunciare all’acquisto: questo perché la ricarica notturna offre i maggiori vantaggi in termini di costi”, argomenta il professionista. “Il non poter procedere all’acquisto è fastidioso e frustrante per l’interessato, per l’ambiente, per il venditore e per l’importatore, che di conseguenza si trova a dover magari pagare delle penali per il CO2”, chiosa il 49% con trascorsi presso General Motors e Iveco. A suo avviso la ricarica di un veicolo elettrico deve diventare più facile del rifornimento di carburante.

Con un occhio alla concorrenza, come sempre interessante è stilare una classifica dei singoli marchi: primeggia Volkswagen (17’000 vetture vendute fra gennaio e settembre), davanti a BMW (16’300), Skoda (15’200), Mercedes (14’400) e Audi (12’600); già più staccate seguono poi Toyota (9700), Tesla (7200), Seat/Cupra (6900), Volvo (pure 6900), Hyundai (6400), Renault (6200), Dacia (5800), Ford (5700) e Kia (5000); tutti gli altri marchi non raggiungono quota 5000.

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