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USA: tutto pronto in Arizona per il funerale-show di Kirk

Keystone-SDA

Migliaia di persone sono attese ai funerali di Charlie Kirk, l'attivista pro-Trump ucciso dieci giorni fa, fra imponenti misure di sicurezza. L'area di Phoenix e dello State Farm Stadium di Glendale, la casa dei Cardinals dove si terrà la cerimonia, è blindata.

(Keystone-ATS) Al momento non ci sono minacce credibili ma, secondo le forze dell’ordine, l’evento potrebbe attirare l’attenzione di “estremisti violenti” visto il parterre atteso.

Ai funerali è infatti presente buona parte dell’amministrazione, a partire dal presidente Donald Trump e dal suo vice JD Vance. Con loro ci sono anche il segretario di Stato Marco Rubio, il capo del Pentagono Pete Hegseth e il consigliere Stephen Miller. Tutti interverranno e onoreranno la memoria dell’attivista-eroe. All’appuntamento è atteso anche Tucker Carlson, l’ex volto noto di FOX.

Kirk era un “moderno San Paolo”, un “missionario, un evangelista ed un eroe. Penso che sapesse cosa intendesse Gesù quando diceva che la verità vi renderà liberi”, ha detto l’arcivescovo di New York Timothy Dolan.

L’ingresso allo stadio è gratuito e Turning Point USA, l’associazione di Kirk di cui la moglie ha assunto le redini, invita i partecipanti a vestirsi con il bianco, rosso e blu della bandiera americana.

I cancelli apriranno alle prime ore del mattino e tutti i partecipanti saranno sottoposti a controlli stile aeroportuale: nessuna borsa sarà ammessa all’interno dello stadio, così come non saranno permesse armi. Le forze dell’ordine locali sono al lavoro con il Secret Service e le agenzie federali per garantire la massima sicurezza.

Finora si è verificato solo un incidente: un uomo armato è stato arrestato per “comportamento sospettoso”. Le indagini sono in corso e, secondo indiscrezioni, l’uomo è un ex vicesceriffo dell’Idaho con le credenziali scadute.

I riflettori dell’evento sono tutti puntati sulla vedova di Kirk, Erika. A lei spetta l’incarico di introdurre Trump sul palco dello stadio e soprattutto di raccogliere l’eredità del marito e portare avanti la sua battaglia nel rispetto di quei valori che l’hanno finora guidata, in primis quello della famiglia.

Una sfida non da poco anche se per Erika Kirk essere al centro dell’attenzione non è una novità: molto partecipe agli eventi del marito, la vedova da tempo cura un podcast e ha una linea di streetwear biblico. Secondo gli osservatori, con lei alla guida, Turning Point USA svolterà più a destra. “Sono un moderato rispetto a mia moglie”, ha detto in più occasioni Kirk.

Erika è destinata a emergere come un nuovo stile di vedova nel panorama americano, senza velo nero e con poche lacrime. Il suo dolore – come lei stessa ha fatto capire – la spingerà ad agire e non a restare inerme. A lei guardano fiduciosi i cattolici d’America, che la vedono come una figura centrale per rilanciare l’idea di famiglia negli Stati Uniti e convincere l’amministrazione Trump a fare di più su questo fronte.

Mentre si lavora agli ultimi dettagli della cerimonia, alla quale sono attese 100’000 persone, alcuni democratici invitano non manifestare durante i funerali al fine di evitare tensioni in grado di spaccare ancora di più l’opinione pubblica americana.

Se la condanna per l’uccisione di Kirk è unanime, divergenze ci sono sul come affrontare la violenza politica. Differenze emerse chiaramente alla Camera con il voto alla risoluzione repubblicana per onorare Kirk, bocciata da 58 democratici.

Non c’è unanimità neanche sulla ricostruzione ufficiale dell’omicidio. Anche se la polizia ha arrestato il responsabile e le autorità si sono impegnate a chiedere la pena di morte, sulle reti sociali circolano decine di teorie cospirazioniste che attribuiscono la morte dell’attivista a Israele, al movimento MAGA, ai militanti transgender o al gruppo di estrema destra dei Groypers.

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