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USA: Proud Boys fanno causa contro condanne per assalto a Capitol

Keystone-SDA

Cinque membri del gruppo di estrema destra americano Proud Boys condannati per aver orchestrato la rivolta a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 hanno fatto causa al governo chiedendo 100 milioni di dollari di danni per presunte violazioni dei loro diritti costituzionali.

(Keystone-ATS) La causa, depositata presso un tribunale federale della Florida, sostiene che i cinque siano stati vittime di “persecuzioni motivate da ragioni politiche per punire gli alleati del presidente Donald Trump”, riportano i media americani.

Quattro dei cinque ricorrenti sono stati condannati per complotto sedizioso con l’obiettivo di impedire la ratifica della vittoria elettorale di Joe Biden e mantenere Donald Trump al potere.

Tra i cinque querelanti c’è l’ex leader dei Proud Boys Enrique Tarrio, condannato a 22 anni di carcere per aver diretto l’assalto. L’uomo, la cui condanna per cospirazione sediziosa è stata la più pesante mai inflitta ai rivoltosi di Capitol Hill, è tra gli oltre 1’500 sostenitori di Trump graziati dal presidente nel suo primo giorno di mandato. Gli altri quattro sono Ethan Nordean, condannato a 18 anni, Joseph Biggs (17 anni), Zachary Rehl (15 anni) e Dominic Pezzola (10 anni).

Nella loro causa, i membri dei Proud Boys hanno affermato di essere vittime di “un abuso palese e sistematico del sistema legale e della Costituzione degli Stati Uniti per punire e opprimere gli alleati politici del presidente Trump con ogni possibile strumento, legale o illegale”. da parte dell’FBI e del Dipartimento di giustizia.

Ora l’amministrazione Trump dovrà scegliere se difendere l’operato dei procuratori federali o accettare di pagare, con i soldi dei contribuenti americani, il risarcimento chiesto dall’organizzazione estremista, con un lungo curriculum di violenze.

“Un accordo extragiudiziario suggerirebbe che la violenza del 6 gennaio viene completamente giustificata” dall’amministrazione Trump, ha sottolineato con il “Washington Post” Matthew Dallek, storico della George Washington University, aggiungendo che sarebbe come dire al paese che “questi Proud Boys che sono stati condannati in un equo processo sono vittime perseguitate”.

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