USA: negata libertà vigilata a fratelli Menendez per omicidi 1989

Una commissione giudiziaria statunitense ha negato la libertà vigilata a Joseph Lyle Menendez, il giorno dopo che anche a suo fratello Erik era stato ordinato di rimanere in carcere per l'omicidio dei loro genitori in una villa di Beverly Hills 36 anni fa.
(Keystone-ATS) Il detenuto 57enne “si è visto negare la libertà vigilata per tre anni durante l’udienza preliminare di oggi”, hanno dichiarato, nella notte in Svizzera, i funzionari penitenziari della California, dopo che non è riuscito a convincere la commissione di non rappresentare più una minaccia per la società.
L’omicidio avvenne nell’agosto del 1989 nella villa di famiglia. Al termine di un processo altamente mediatico, i due rampolli furono riconosciuti colpevoli di omicidio volontario e condannati all’ergastolo senza condizionale nel 1996.
Il tribunale accolse la versione dei procuratori, secondo cui i fratelli puntavano all’eredità milionaria del padre, pezzo grosso dell’industria discografica. La difesa sosteneva invece che i due, di 21 e 18 anni all’epoca, avessero agito dopo decenni di violenze e abusi sessuali inflitti dal padre e coperti dalla madre.
Dopo una lunga battaglia dei familiari per la revisione del caso, tornato alla ribalta anche grazie alla serie Netflix “Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story”, lo scorso maggio un giudice di Los Angeles aveva ridotto la loro condanna a 50 anni, in quanto avevano meno di 26 anni al momento del crimine, rendendoli eleggibili per la libertà vigilata.
Il parere contrario del Board of Parole Hearings sbarra la strada alla scarcerazione. Solo tra tre anni i difensori potranno inoltrare nuovamente la richiesta.