Un festival per ascoltare le “voci indigene” nordiche a Berna
(Keystone-ATS) Il festival “Arctic Voices” di Berna, la cui prima edizione si tiene fino a martedì, dà la parola alla diversità delle “voci indigene” del circolo polare. Attraverso film, discussioni e atelier artistici abborda le questioni identitarie e il riscaldamento climatico.
“La nostra rappresentazione delle persone indigene è fortemente influenzata dalla cultura occidentale, dall’industria cinematografica. Volevamo offrire una piattaforma a voci che a lungo non sono state ascoltate”, spiega Nimal Bourloud a Keystone-ATS.
Membro della squadra di coordinazione del festival, l’antropologa di formazione evidenzia il bisogno “di ascoltare” quello che queste voci hanno da dire su loro stesse e sulla loro storia. Il programma di questa prima edizione, iniziata a fine settembre, è ricco di proiezioni di film, discussioni, visite guidate al Museum for contemporary circumpolar art di Berna (MCCA), concerti e atelier.
Il festival si concentra su creazioni indigene contemporanee in tutti questi ambiti. Gli artisti provengono da Lapponia (Sápmi), dal Nord Europa, dalla Groenlandia (Kalaallit Nunaat), dal Canada, dall’Alaska (Usa) e dalla Russia.
Fra gli altri, il film “Let the river flow” (2023) di Ole Giæver, che esamina l’identità sami e il razzismo della società norvegese, verrà proiettato questa sera. L’artista visiva canadese e mongola Alisi Telengut proporrà gratuitamente atelier artistici partecipativi.
Ecologia e ingiustizie
Al centro della manifestazione, temi come l’ecologia, il cambiamento climatico e le ingiustizie subite durante secoli dai popoli indigeni.
Le generazioni di oggi devono conoscere questo passato, a lungo rimasto nascosto, per affrontare meglio le sfide del presente e lavorare per il futuro, riassume Martha Cerny, direttrice del MCCA, che partecipa al progetto tramite l’associazione One Arctic, in collaborazione con altre organizzazioni.
Legami con la Svizzera
I legami con la Svizzera sono multipli, precisa ancora la coordinatrice del festival Jana Lamatsch. Basta pensare ai capitoli oscuri delle misure d’internamento amministrativo e ai collocamenti forzati di bambini in Svizzera, che fanno eco, ad esempio, ai collocamenti e rapimenti di bambini autoctoni in Canada.
La Svizzera, come il Grande Nord, deve far fronte al riscaldamento climatico e allo scioglimento dei ghiacciai. È anche un Paese in cui la ricerca sul clima è all’avanguardia. La gente deve esserne consapevole, conclude la codirettrice del museo Natascha Cerny Ehtesham.