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Un chiaro no e un sì risicato il 30 novembre, sondaggio

Keystone-SDA

Se si fosse votato all'inizio di ottobre, dalle urne sarebbe uscito un netto no all'iniziativa per il futuro, e un sì di stretta misura all'iniziativa Servizio civico.

(Keystone-ATS) È quanto emerge dal primo sondaggio effettuato da 20 Minuten e Tamedia e pubblicato oggi in vista delle votazioni federali del 30 novembre. Il servizio civico obbligatorio ottiene il sostegno di Centro, PLR, Verdi liberali e Verdi, mentre l’iniziativa della Gioventù socialista (GISO) solo del campo rosso-verde.

Secondo il sondaggio, la formazione dell’opinione sull’Iniziativa popolare “Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)” è in fase avanzata. Il testo della GISO, che chiede l’introduzione di un’imposta a livello federale del 50% sulle successioni e donazioni superiori a 50 milioni di franchi per contrastare la crisi climatica, è bocciata dal 67% degli interrogati, accolta dal 31% mentre un 2% si è detto ancora indeciso.

A sostenere chiaramente l’Iniziativa per il futuro sono i simpatizzanti dei Verdi e del Partito socialista (PS) rispettivamente nella misura del 77% e del 70%. A respingerla in modo netto sono gli elettori del PLR (91%), dell’UDC (87%), del Centro (81%) e dei Verdi liberali (67%).

Le intenzioni di voto variano in modo significativo in base all’età, al sesso, al luogo di residenza e al reddito. La percentuale dei no è inferiore tra le persone con basso reddito (60%) rispetto a quelle con reddito elevato (76%) e tra i più giovani (56%) rispetto ai più anziani (73%). Inoltre la quota di donne contrarie (62%) è più bassa di quella degli uomini (71%). L’opposizione al testo è poi più netta nelle zone rurali (71%) che nelle città (58%). Nella Svizzera italiana i contrari sono il 64% i favorevoli il 34% e gli indecisi il 2%. Simili percentuali si registrano anche nella Svizzera tedesca (rispettivamente il 68%, 30% e 2%) e nella Svizzera francese (60%, 36% e 4%).

Per i favorevoli, l’argomentazione secondo cui l’iniziativa combatte la disuguaglianza di ricchezza è in cima alla lista, mentre i contrari temono per la piazza economica a causa del rischio di partenza di aziende.

A favore dell’Iniziativa popolare “per una Svizzera che si impegna (Iniziativa Servizio civico)”, secondo la quale tutte le persone con cittadinanza svizzera dovrebbero prestare un servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente, si sono espressi il 51% degli interrogati, mentre si sono detti contrari il 44%. Gli indecisi sono il 5%.

L’altissima percentuale di risposte “piuttosto sì” e “piuttosto no” indica un livello di conoscenza molto basso e una formazione di opinione poco avanzata, sottolineano gli autori dell’indagine. In generale iniziative con questa situazione di partenza perdono favori nel corso della campagna di votazione.

Il servizio civico è sostenuto tra i simpatizzanti dei Verdi, dei Verdi liberali, del Centro e del PLR, mentre la base dell’UDC e del PS è contraria. Netta la disparità di voto tra donne e uomini: il testo è bocciato nella misura del 52% dalle prime e del 35% dai secondi. Poiché oggi solo gli uomini sono soggetti all’obbligo di prestare servizio (nell’esercito o civile), la proposta riguarda in particolare le donne. A livello regionale, nella Svizzera italiana i contrari sono il 43%, i favorevoli il 46% e gli indecisi l’11%, nella Svizzera tedesca sono rispettivamente il 43% il 52% e 5% e in quella francese il 45%, il 48% e il 7%.

Il basso sostegno delle donne si spiega in particolare con il fatto che già oggi esse dedicano una parte importante del loro tempo a lavori non retribuiti. L’obbligo di prestare servizio aumenterebbe ulteriormente il loro carico di lavoro.

I favorevoli all’iniziativa sono convinti che da un lato l’impegno per la collettività e il lavoro con altre persone favorirebbe la coesione sociale e rafforzerebbe la democrazia e dall’altro l’iniziativa garantirebbe una parità di opportunità effettiva, consentendo a persone finora escluse, come le donne, o gli uomini considerati “non idonei” dall’esercito, di dare il loro contributo.

Al sondaggio condotto l’8 e 9 ottobre da Tamedia e 20 Minuten in collaborazione con l’Istituto Leewas hanno partecipato 11’178 persone di tutta la Svizzera di cui 155 del Ticino. Il margine di errore è di ±1,6 %.

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