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Ue, ricordiamo i 4 anni dall’avvelenamento di Navalny

(Keystone-ATS) Il 20 agosto ricorrono i quattro anni dall’attentato al politico dell’opposizione russa Alexei Navalny, perpetrato in Russia con l’uso di un agente nervino tossico del gruppo “Novichok”, vietato dalla Convenzione sulle armi chimiche, di cui la Russia fa parte.

“L’attentato, seguito dal ritorno di Alexei Navalny in Russia, ha accelerato una spirale di misure politicamente motivate contro di lui, che hanno portato alla sua prematura e ancora non del tutto indagata e chiarita morte in una colonia penale di regime rigido nel febbraio di quest’anno”. Lo dichiara il servizio di azione esterna dell’Ue in una nota.

“La responsabilità ultima della morte di Alexei Navalny è del Presidente Putin e delle autorità russe che lo hanno messo in prigione sulla base di accuse politicamente motivate e hanno condotto una campagna di intimidazioni e maltrattamenti costanti contro di lui mentre era dietro le sbarre”.

“Insieme ai suoi partner, l’Unione Europea continuerà a ribadire l’invito alla Russia a indagare sull’attentato ad Alexei Navalny in piena trasparenza e senza ulteriori ritardi, e a cooperare pienamente con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche per garantire un’indagine internazionale imparziale.

La tragica morte di Navalny non solleva la Federazione Russa dall’obbligo di fornire risposte alle domande poste dalla Convenzione sulle armi chimiche. Non risparmieremo gli sforzi per chiedere conto alla leadership politica e alle autorità russe del trattamento riservato ad Alexei Navalny e ad altri prigionieri politici”, conclude la nota.

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