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Ucraina: avanzata russa in Donetsk e Kharkiv, raid e vittime

Keystone-SDA

L'esercito russo continua a intensificare l'offensiva in Ucraina, per massimizzare le conquiste territoriali prima che il Cremlino prenda in considerazione sul serio un cessate il fuoco.

(Keystone-ATS) Un altro passo è stato fatto nel Donetsk, epicentro del conflitto, con l’occupazione di un villaggio, ed un altro centro urbano è stato catturato nel Kharkiv, dove le posizioni erano cristallizzate da mesi. Un’avanzata di terra abbinata alla consueta pioggia di droni, almeno 150, nell’ultima notte di guerra, che hanno provocato cinque morti tra cui un bambino. In questo quadro restano congelate le consultazioni Mosca-Washington: ancora non è previsto un terzo incontro.

Le forze russe, in costante superiorità, si stanno progressivamente avvicinando al centro logistico strategico di Pokrovsk, la cui conquista le avvicinerebbe al controllo dell’intera regione di Donetsk. L’obiettivo in questa fase è accerchiare la città e per farlo gli occupanti hanno già sconfinato nel Dnipropetrovsk. E portare il conflitto in una sesta regione – rilevano gli analisti – sarebbe un ulteriore colpo per il morale ucraino.

Le forze di Kiev, proprio per rallentare l’avanzata del nemico nelle aree più calde, stanno cercando di bloccare alcuni dei contingenti d’élite russi a centinaia di chilometri di distanza, a nord, in particolare a Sumy. L’Armata ha già sfondato di alcuni chilometri creando un piccolo punto d’appoggio. Il piano è creare una zona cuscinetto che si allarghi ad una fascia del Kharkiv, dove è stata rivendicata la cattura della città di Sobolivka.

La situazione generale per chi difende è molto difficile: a giugno le truppe di Mosca hanno ottenuto i maggiori successi territoriali da novembre, secondo le stime del think tank americano Isw.

In parallelo prosegue la campagna di bombardamenti. Nella notte, ha riferito l’aeronautica di Kiev, sono stati abbattuti 98 droni, rispetto ai 157 lanciati dal nemico, che ha iniziato a colpire anche i centri di reclutamento per rallentare la mobilitazione degli ucraini.

Sul fronte diplomatico tutto tace. La portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova ha fatto sapere che non è ancora stata fissata una data per un nuovo round di colloqui con gli USA, dopo che di recente “la parte americana ha deciso di rinviarli”. “Finora siamo riusciti a risolvere alcuni problemi, ma c’è ancora molto da fare”, ha affermato.

I primi due round, a febbraio e aprile, avevano portato a riattivare alcuni canali delle ambasciate, nel solco del riavvicinamento tra i presidenti Donald Trump e Vladimir Putin, ma l’intransigenza dello zar nel non voler trattare la pace con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oltre ai continui raid sulle città ucraine, hanno provocato il crescente malumore della Casa Bianca.

Lo stesso Zelensky, con le armi occidentali che si stanno esaurendo, prova a tenersi stretto l’alleato americano. La telefonata del 4 luglio è stata “la migliore e più produttiva che abbiamo mai avuto”, ha assicurato il leader ucraino. I due hanno discusso di difesa aerea e di altri temi, su cui i rispettivi team torneranno a confrontarsi a breve. Kiev guarda soprattutto ai Patriot, dopo l’annunciato stop alle forniture da parte degli USA. Nel frattempo Zelensky preme sulle sanzioni: un nuovo pacchetto colpirà i sistemi finanziari russi, compresi quelli basati sulle criptovalute.

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