UBS: “faremo tutto il possibile per limitare i licenziamenti “
UBS mantiene il riserbo sulla cancellazione di impieghi in Svizzera che sta accompagnando la migrazione delle attività elvetiche di Credit Suisse (CS), un dossier che dovrebbe concludersi entro la fine del primo trimestre.
(Keystone-ATS) Si sta sta facendo tutto il possibile per ridurre al minimo i licenziamenti, ha affermato Todd Tuckner, responsabile delle finanze della banca, nella conferenza stampa di presentazione dei conti trimestrali. Finora si è riusciti con successo a ricollocare in altre sedi i dipendenti coinvolti nella ristrutturazione o a mandarli in pensione anticipata, ma non è stato possibile evitare del tutto le rescissioni del rapporto di lavoro.
Dopo l’acquisizione di Credit Suisse UBS aveva annunciato che, nell’ambito dell’integrazione, avrebbe tagliato circa 3000 posti nella Confederazione entro la fine del 2026. Interrogati riguardo a eventuali novità o cambiamenti su questo fronte i dirigenti dell’azienda non hanno voluto oggi prendere posizione. La banca afferma di voler porre l’accento sugli obiettivi di costo piuttosto che sull’organico: entro la fine dell’anno prossimo l’istituto intende risparmiare circa 13 miliardi di dollari (oltre 10 miliardi di franchi) rispetto al livello del 2022, ovvero prima della fusione; fino a settembre 2025 il traguardo è stato raggiunto nella misura di 10 miliardi.
Intanto nulla di eclatante sta avvenendo nello spinoso dossier dei requisiti di capitale minimo, che il Consiglio federale vorrebbe aumentare per rafforzare la solidità della banca ed evitare eventuali futuri salvataggi da parte dello stato. I contatti tra i vertici di UBS e l’esecutivo sono attualmente limitati: la banca partecipa solo “formalmente” alla discussione, ha indicato Tuckner rispondendo a una domanda concernente a possibili colloqui costruttivi.
UBS ha già presentato entro i termini previsti la propria presa di posizione sulla consultazione relativa alla prevista modifica dell’ordinanza sui fondi propri. Anche per la consultazione in corso sui piani che prevedono che in futuro UBS debba coprire interamente con capitale proprio le sue filiali estere l’opinione della società sarà inoltrata entro la scadenza, ha assicurato il CEO Sergio Ermotti. Se dovessero pervenire richieste di chiarimenti in merito alle prese di posizione ufficiali il gruppo è naturalmente pronto a fornire ulteriori spiegazioni e precisazioni, ha aggiunto Tuckner.
Come si ricorderà quello dei fondi propri è un incarto che da tempo pesa sulle prospettive di UBS, anche in borsa: il titolo della società si è mosso infatti in modo meno dinamico di quello di altre banche, perché l’incertezza tiene lontani gli investitori. Oggi alle 14.00 l’azione di UBS perdeva l’1% rispetto a ieri, mentre dall’inizio di gennaio ha guadagnato l’8%. La performance è positiva anche sull’arco di uno (+8%) e di cinque anni (+188%).