Turismo in calo in Italia, pesa il caro-prezzi
(Keystone-ATS) Doccia fredda per il turismo italiano, specialmente per quanto riguarda i turisti locali e soprattutto a causa del caro-prezzi.
Secondo i calcoli della società di ricerche di mercato Demoskopika per il 2024 si prevedono 130 milioni di arrivi e 445 milioni di presenze, con un decremento rispettivamente del 2,5% e allo 0,4% rispetto al 2023.
A pesare maggiormente la quota degli italiani rispetto al mercato estero: 63 milioni (-4,5%) con 208 milioni di pernottamenti (-2,5%). Per gli stranieri (51,8% del totale) sono stabili gli arrivi (-0,6%) e in crescita le presenze (1,4%).
“È necessario adottare una programmazione più consapevole e strategica per adeguare l’offerta turistica del Belpaese alle trasformazioni in atto nei modelli di consumo turistico e, contestualmente, per contrastare in modo efficace la crescita sostenuta dei prezzi”, afferma Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, commentando le previsioni del suo istituto.
“Il turismo sta vivendo una fase di rapidi cambiamenti, influenzata da nuovi trend, come il turismo sostenibile, le esperienze personalizzate e l’aumento della domanda per mete alternative a quelle più famose, le cosiddette ‘dupe destinations’, sicuramente più economiche e meno inflazionate rispetto alle mete più blasonate”.
“Non basta più limitarsi a proporre un’offerta turistica tradizionale”, argomenta l’esperto. “Occorre adottare una visione lungimirante capace di anticipare e rispondere in maniera tempestiva alle nuove aspettative dei viaggiatori. Questo significa rivedere l’intera filiera dell’ospitalità, potenziando l’attrattiva delle destinazioni, investendo in infrastrutture adeguate, in nuove tecnologie e nella formazione del personale, in modo da garantire un’esperienza di alto livello a costi che rimangano accessibili e competitivi. Inoltre, una programmazione ben strutturata può contribuire a contenere l’aumento dei prezzi nel settore turistico, una questione che rischia di rendere alcune destinazioni italiane meno appetibili per un’ampia fascia di viaggiatori, sia nazionali che internazionali”.
“L’inflazione dei prezzi dei servizi, soprattutto nei trasporti e nel settore alberghiero e ristorativo, deve essere affrontata con politiche mirate che possano mantenere un equilibrio tra qualità dell’offerta e accessibilità economica, evitando al contempo di erodere la competitività del turismo italiano sul mercato globale”, conclude Rio.