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Turchia: atomo; ripartono i colloqui Iran-europei, “Si va avanti”

Keystone-SDA

Per la prima volta dopo la "guerra dei dodici giorni" con Israele, l'Iran è tornato a discutere del dossier nucleare con i paesi europei ed è stato trovato un accordo per proseguire le consultazioni sul dossier.

(Keystone-ATS) I colloqui, presso il consolato della Repubblica islamica a Istanbul (Turchia), sono durati diverse ore mentre non è ancora stato chiarito se e quando continuerà il negoziato sul nucleare tra Washington e Teheran, avviato in aprile ma interrotto dopo i raid di Israele in territorio iraniano e i bombardamenti degli Stati Uniti sui siti nucleari dell’Iran in giugno.

La discussione a Istanbul con i rappresentanti di Germania, Francia e Regno Unito, ovvero i paesi europei firmatari dell’accordo sul nucleare del 2015, è stata “seria, franca e approfondita”, ha detto Kazem Gharibabadi, il viceministro degli esteri iraniano per gli affari legali e internazionali, che ha rappresentato l’Iran assieme a Majid Takht Ravanchi, un diplomatico di alto rango della Repubblica islamica.

Gharibabadi ha affermato che “pur criticando seriamente le loro posizioni in merito alla recente guerra di aggressione contro il nostro popolo, abbiamo esposto le nostre posizioni di principio, anche sul cosiddetto meccanismo di snapback”, ovvero una nuova imposizione delle sanzioni dell’Onu contro Teheran, che erano state rimosse con l’accordo nucleare del 2015, designato come Piano d’azione congiunto globale (Jcpoa), ma che i paesi europei hanno minacciato di potere nuovamente imporre se entro agosto Teheran non riuscirà a trovare un accordo sul dossier atomico con Washington.

La Repubblica islamica ritiene che per i paesi europei non ci sia alcuna “base morale o legale” per attivare il meccanismo snapback, che in base al Jcpoa potrebbe scattare entro il 18 ottobre di quest’anno, a dieci anni dall’adozione del patto nucleare. Tra i motivi che, secondo l’Iran, impedirebbero agli europei di fare scattare il meccanismo snapback c’è il ritiro di Washington dal patto nucleare, deciso nel 2018 da Donald Trump nel suo primo mandato di presidente degli USA, che aveva portato all’imposizione di nuove sanzioni contro Teheran.

“Il Jcpoa non è stato messo in pratica per sette anni e i paesi europei hanno sospeso i loro obblighi dopo che gli Stati Uniti si sono ritirati dal trattato”, aveva dichiarato Gharibabadi prima di incontrare a Istanbul i rappresentanti di Germania, Francia e Regno Unito.

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