La televisione svizzera per l’Italia

Trump a Zelensky, ‘il cessate il fuoco non serve’

Keystone-SDA

Un faccia a faccia che potrebbe valere per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky un deciso passo in avanti verso la fine delle ostilità.

(Keystone-ATS) Alla Casa Bianca Zelensky si è presentato consapevole che per il presidente statunitense Donald Trump la responsabilità della pace grava solo sulle sue spalle. E, per il tycoon, può essere raggiunta anche senza un cessate il fuoco.

“Non è necessario. Un’intesa si può raggiungere mentre si combatte”, ha detto Trump, rassicurando comunque Zelensky e gli europei sul coinvolgimento americano nelle garanzie di sicurezza a Kiev, senza escludere la possibile presenza in futuro anche di truppe statunitensi.

L’incontro fra l’inquilino della Casa Bianca e il leader ucraino è stato cordiale, niente a che vedere con l’agguato dell’ultima visita di Zelensky. Trump lo ha accolto stavolta con una calorosa stretta di mano, gli ha messo la mano sulla spalla e, rispondendo a chi gli chiedeva quale fosse il suo messaggio per gli ucraini, ha risposto senza esitazione: “Li amiamo”. Il volto di Zelensky è apparso disteso e sorridente: per il vertice stavolta ha rinunciato al suo abbigliamento militare, presentandosi in giacca nel tentativo di non irritare Trump che in febbraio andò su tutte le furie per il suo look.

Nello Studio Ovale il clima davanti ai giornalisti è apparso disteso. Trump ha ribadito che il leader ucraino “può mettere fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente, se lo desidera” e si è mostrato cautamente ottimista. “La guerra finirà, non posso dire quando, ma finirà”: “Sono fiducioso che la risolveremo”, ha osservato augurandosi una pace “duratura da subito”. Sulle garanzie di sicurezza ha dato rassicurazioni: “L’Europa è in prima fila, ma noi li aiuteremo”. Un messaggio diretto ai leader del Vecchio Continente presenti alla Casa Bianca e compatti nel sostenere Zelensky: Macron, Starmer, Merz, Meloni, von der Leyen, Stubb e Rutte. Tutti intenti ad assicurarsi che la Nato continui ad esistere. Anche perché la recente postura di Trump, che sembra essersi schierato con Putin dopo l’incontro in Alaska, li ha lasciati molti scossi. Il timore è che lo zar riesca nel suo obiettivo di dividere la Nato, obiettivo che coltiva da lungo tempo.

Il leader ucraino, seduto accanto a Trump, ha ascoltato attentamente le sue parole. Lo ha ringraziato dell’invito, ha ringraziato la first lady Melania per la lettera inviata a Putin. E ha consegnato al presidente americano una missiva di sua moglie, Olena Zelenska, indirizzata proprio a Melania.

Aprendo alla possibilità di nuove elezioni in Ucraina, Zelensky si è detto pronto anche a un trilaterale con Putin. “Se tutto va bene oggi, avremo un trilaterale, e penso che ci saranno ragionevoli possibilità di porre fine alla guerra quando lo faremo”, ha spiegato Trump riferendo che dopo gli incontri alla Casa Bianca con Zelensky e gli europei avrebbe chiamato Putin.

Per la pace in Ucraina il presidente russo ha avanzato una serie di richieste, fra le quali il controllo del Donbass. Finora Zelensky si è opposto all’idea ma l’essere volato a Washington sembra dimostrare la sua disponibilità a parlare di scambio di territori. Secondo Trump la via della pace per Kiev passa nel dire addio alla Crimea e nel rinunciare una volta per tutte alle ambizioni di adesione alla Nato. La “Russia non deve ottenere alcuna ricompensa per questa guerra. La guerra deve finire. Ed è proprio Mosca che deve dire ‘basta’”, ha risposto Zelensky sui social, notando come Putin con i suoi continui attacchi “umilia la pace”. Le sirene d’allarme infatti hanno continuato a suonare a Kiev mentre i leader europei arrivavano alla Casa Bianca, mostrando come sul terreno lo scontro va avanti a prescindere da quello che accade a Washington.

Il primo ad arrivare è stato il segretario della Nato Mark Rutte, seguito dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, dalla premier italiana Giorgia Meloni, dal primo ministro britannico Keir Starmer, dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente della Finlandia Alexander Stubb – divenuto amico di Trump sui campi da golf – e dal residente francese Emmanuel Macron. Una prova di forza per rassicurare Zelensky e cercare di capire da Trump i contorni esatti di quegli “accordi” di cui Putin ha parlato in conferenza stampa in Alaska. Perché in gioco non c’è solo l’Ucraina, ma l’Europa.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR