Trump a gamba tesa sul voto in Canada, ’51/mo Stato Usa’

Donald Trump entra a gamba tesa nelle elezioni in corso lunedì in Canada rilanciando la sua proposta di trasformarlo nel 51/mo Stato Usa.
(Keystone-ATS) “Buona fortuna al grande popolo canadese”, ha scritto su Truth invitando a eleggere “l’uomo che ha la forza e la saggezza di dimezzare le vostre tasse, aumentare gratuitamente il vostro potere militare al livello più alto al mondo, quadruplicare la vostra produzione di auto, acciaio, alluminio, legname, energia e di tutte le altre attività, senza dazi o tasse, se il Canada diventasse l’amato 51/mo Stato degli Usa”.
“Basta – prosegue – con le linee tracciate artificialmente molti anni fa. Guardate quanto sarebbe bella questa massa di terra. Libero accesso senza confini. Tutte le cose positive senza quelle negative”. Quindi l’ennesima minaccia: “L’America non può più sovvenzionare il Canada con le centinaia di miliardi di dollari all’anno che abbiamo speso in passato. Non ha senso, a meno che il Canada non diventi uno Stato!” Usa.
Sembra quasi un invito a votare per il presidente americano, che potrebbe garantire tutti quei presunti vantaggi, dopo aver imposto dazi al 25% su acciaio, alluminio e automobili del Paese confinante e alleato. Il suo nome naturalmente non compare su nessuna scheda elettorale, ma è nella mente di tutti i 29 milioni di elettori canadesi chiamati alle urne, anche se una cifra record di oltre sette milioni ha già votato anticipatamente nel secondo Paese più grande del mondo, con ben sei fusi orari e due lingue ufficiali.
La guerra commerciale e le minacce del tycoon hanno catalizzato l’attenzione degli elettori, rinnovando l’orgoglio nazionale sino al boicottaggio dei prodotti americani e con un effetto boomerang nei sondaggi per il dopo Trudeau, un regno durato 10 anni.
Fino ad alcuni mesi fa i conservatori, guidati dal 45enne Pierre Poilievre, avevano un vantaggio di 25 punti, ma le sortite di Trump hanno ribaltato i pronostici, con i liberali del premier Mark Carney ora in lieve vantaggio di circa tre punti.
Secondo Canada Sports Betting, il miglior sito sulle scommesse nel Paese, i liberali ora sono i “chiari favoriti” di queste elezioni, con una probabilità di vittoria dell’83%, mentre i rivali sono dati al 23%. Sembra quindi servire a poco la tardiva presa di distanza di Poilievre, che su X ha ammonito Trump a “stare fuori dalle nostre elezioni”.
“Le uniche persone che decideranno il futuro del Canada – ha scritto – saranno i canadesi alle urne. Il Canada sarà sempre orgoglioso, sovrano e indipendente e non saremo mai il 51/mo Stato” Usa. Il leader conservatore, che promette di tagliare le tasse, ridurre la spesa pubblica e contrastare “l’ideologia woke”, aveva speso gli ultimi anni a ricostruire se stesso e il suo partito a immagine di Trump e ora ha iniziato a sembrare un nemico agli occhi di molti canadesi. Time lo ha definito il “Ron DeSantis del Canada”, profetizzando una parabola di ascesa e caduta analoga.
Complice anche il profilo del 60enne Carney, entrato nell’arena politica solo un mese fa ma con un background che lo rende il candidato ideale per gestire la crisi di cui è preda il Paese, con i dazi che stanno già colpendo settori chiave come quello automobilistico e siderurgico. Questo ex banchiere ed ex governatore della Banca del Canada e della Banca d’Inghilterra – ai tempi della Brexit – promette di “reinventare” l’economia canadese per affrontare questa sfida.
“Ho già gestito economie e crisi. Questo è il momento dell’esperienza, non della sperimentazione”, ha detto. Quindi su X una replica all’ultimo attacco di Trump: “Questa campagna è incentrata sul Canada: difendere il Paese che amiamo e celebrarlo in ogni occasione possibile. Questo è il Canada e siamo noi a decidere cosa succede”.