L’11/9 Trump a match Yankees, Vance da famiglia Kirk

Donald Trump va al Pentagono per la commemorazione dell'11 settembre ma stasera non si perde la partita degli Yankees a New York.
(Keystone-ATS) Il suo vice J.D. Vance diserta la cerimonia sul sito dell’ex World Trade Center per correre dalla famiglia di Charlie Kirk, l’attivista conservatore ucciso nel campus di un’università nello Utah.
Nel 24esimo anniversario del peggiore attacco della storia sul suolo americano, le scelte dei vertici dell’amministrazione hanno provocato sdegno e polemiche – era successo solo una volta, nel 2019 con Trump e Mike Pence, che un presidente o un suo vice mancassero l’appuntamento newyorchese della lettura dei nomi – a dispetto del tono solenne alternato a minacce del Commander in Chief sul podio del neo-nominato Dipartimento della Guerra.
“Non dimenticheremo mai quel giorno, quando il nostro Paese si trovò faccia a faccia col male allo stato puro”, ha detto Trump, al suo fianco la moglie Melania, per poi aggiungere che, sotto la sua presidenza, qualsiasi attacco all’America, sarà affrontato con severità assoluta: “Se attaccate gli Stati Uniti, vi daremo la caccia. Vi annienteremo senza pietà e trionferemo senza esitazione”.
L’occasione e il luogo sono serviti a rilanciare il nuovo nome del Pentagono e ad annunciare il conferimento postumo a Kirk – “un gigante della sua generazione” – della Medaglia della Libertà, la più alta onorificenza americana. Trump va a New York, ma allo Yankee Stadium: “Un’occasione per ricordare le vittime dell’11 settembre”, ha spiegato la Casa Bianca motivando la seconda apparizione in pochi giorni del presidente in un’arena sportiva dopo la finale degli US Open il 7 settembre.
Tra le famiglie delle vittime delle stragi cova il malcontento: non solo perché Vance ha disertato l’annuale cerimonia a Ground Zero per correre a Salt Lake City a consolare la famiglia del “vero amico” Kirk. Quasi un quarto di secolo dopo le stragi, gli uomini accusati di averle organizzati – tra questi il presunto cervello Khalid Sheikh Mohammed – non sono ancora stati processati. Non lo saranno mai, secondo molti avvocati, perchè furono torturati in prigioni segrete della Cia, con conseguenti battaglie legali irrisolte rispetto a quali prove possano essere giudicate ammissibili davanti a un giudice.
In agosto intanto le autorità di New York avevano annunciato di aver identificato i resti di altre tre persone morte durante gli attentati contro le Torri Gemelle. Un dramma dentro il dramma: ancora oggi per il 40% delle vittime del World Trade Center non c’è stata identificazione certa attraverso resti umani.