Tornano in vigore sanzioni dell’ONU all’Iran dopo 10 anni

Sono scattate le sanzioni ONU all'Iran, a dieci anni dall'accordo sul nucleare del 2015, voluto fortemente da Barack Obama e cancellato da Donald Trump, che aveva allentato la stretta sul regime di Teheran.
(Keystone-ATS) Falliti i negoziati degli ultimi mesi, nonostante gli sforzi diplomatici di USA ed Europa, le severe misure restrittive sono rientrate in vigore.
Francia, Regno Unito e Germania hanno messo in guardia l’Iran contro “azioni di escalation” in seguito alla reintroduzione delle sanzioni ONU dopo il fallimento dei colloqui nucleari.
“La reintroduzione delle sanzioni ONU – si legge in una nota dei tre ministeri degli esteri – non significa la fine della diplomazia. Esortiamo l’Iran ad evitare qualsiasi escalation e a tornare a rispettare gli obblighi di salvaguardia giuridicamente vincolanti”.
Dal canto suo, il ministero iraniano degli esteri definisce “illegale e infondata l’azione dei tre paesi europei (Gran Bretagna, Francia e Germania) e degli Stati Uniti nell’abuso dello snapback” e al ripristino delle sanzioni ONU. “L’azione del trio europeo, sotto la pressione degli Stati Uniti, di ripristinare le risoluzioni revocate non è solo giuridicamente infondata e ingiustificabile, ma è anche del tutto inaccettabile”, ha aggiunto, citato da Mehr.
“L’Iran respinge fermamente il ripristino delle sanzioni ONU, revocate ai sensi della risoluzione 2231, in quanto nulle e prive di valore”, ha dichiarato poi il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi in una lettera alle Nazioni Unite.
“I tre Paesi europei, Gran Bretagna, Francia e Germania, che avevano richiesto l’attivazione del meccanismo, e gli Stati Uniti hanno scelto il confronto, ma l’Iran non cederà alla coercizione”, ha aggiunto Araghchi, citato dall’Irna, sottolineando: “L’Iran continuerà a difendere con fermezza i propri diritti e interessi sovrani e qualsiasi tentativo di danneggiare il Paese incontrerà risposte appropriate, e la piena responsabilità ricadrà su coloro che scelgono il confronto e la pressione anziché la cooperazione”.