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Terremoto Myanmar, nessuna informazione su vittime svizzere, DFAE

Keystone-SDA

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non è per ora a conoscenza di cittadini svizzeri tra le vittime o le persone colpite dal terremoto che nelle ultime ore ha colpito il centro del Myanmar.

(Keystone-ATS) Le ambasciate svizzere a Bangkok (Thailandia) e Yangon (Birmania/Myanmar) sono in contatto con le autorità in loco.

Attualmente, 470 cittadini svizzeri sono registrati nell’applicazione “Travel Admin” in Thailandia e due in Myanmar, ha indicato il DFAE a Keystone-ATS. Per quanto concerne invece gli svizzeri all’estero, il registro ne elenca 13’372 in Thailandia e 57 in Myanmar.

I servizi di Ignazio Cassis precisano per le regioni della Thailandia in cui vive la maggior parte dei connazionali non sono state colpite dal terremoto. In ogni caso il DFAE invita i cittadini elvetici a seguire le istruzioni delle autorità locali. Sta anche valutando se adattare i consigli di viaggio per questi due Paesi pubblicati sul suo sito.

Aiuti immediati

Caritas ha già stanziato 50’000 franchi come aiuto immediato per un intervento di emergenza. La popolazione del Myanmar è già indebolita dalla guerra civile, dagli sfollamenti e dalle inondazioni, scrive l’ente assistenziale in una nota. La rete internazionale di partner di Caritas sta valutando le esigenze sul posto e pianificando questi primi interventi. È certo che le persone hanno bisogno di acqua potabile, tende e alloggi di emergenza.

Save the Children ha comunicato che nei sei stati federali colpiti – Sagaing, Mandalay, Magwe, Bago, Shan e Naypyidaw – vivono oltre 28 milioni di persone, 6,7 milioni delle quali sono bambini. L’organizzazione umanitaria – attiva nel Paese dal 1995 – sta valutando quale aiuto d’emergenza possa fornire immediatamente.

Potenza militare

Il DFAE sconsiglia attualmente di recarsi in Myanmar senza motivi impellenti: l’esercito ha preso il potere nel Paese asiatico il primo febbraio 2021 e ha dichiarato lo stato di emergenza. Sul suo sito web, il DFAE segnala che in alcune regioni e quartieri di Yangon è in vigore la legge marziale, che consente alle forze di sicurezza di utilizzare immediatamente le armi da fuoco.

La Thailandia, invece, è considerata un Paese sicuro per i viaggi, anche se il DFAE sconsiglia di recarsi nelle province meridionali. Qui ci sono tensioni religiose con la popolazione musulmana. I ribelli musulmani malesi compiono regolarmente attacchi contro le istituzioni pubbliche.

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