Telefonata Cassis-Lavrov su OSCE e Ucraina

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha avuto ieri una conversazione telefonica con il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov.
(Keystone-ATS) Riguardo al contenuto della telefonata, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), contattato da Keystone-ATS, ha dichiarato che si è discusso della candidatura della Svizzera alla presidenza dell’OSCE nel 2026. Secondo quanto ha fatto sapere oggi il Ministero degli esteri di Mosca al centro del colloquio vi è stata anche la guerra in Ucraina.
“Le due parti hanno scambiato opinioni sul conflitto ucraino. Il ministro ha spiegato in dettaglio la posizione russa sulla risoluzione della situazione”, si legge nella nota del ministero russo, ripresa da varie agenzia internazionali. Si è trattato di un raro contatto di alto livello fra la Russia e l’Occidente.
“È stata constatata l’inammissibilità dell’espansione della Nato verso est, che è diventata una delle cause profonde dell’attuale situazione”, riferisce ancora la nota. “A questo proposito, è stata confermata la disponibilità della Russia ad intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire la propria sicurezza”.
“Alla luce dei tentativi di Berna di promuovere l’idea di una soluzione basata sulla ‘formula Zelensky’ – si afferma inoltre nel comunicato – la parte russa sottolinea l’assoluta insensatezza di rivolgersi a Mosca con qualche ultimatum concordato dietro le quinte tra l’Occidente e Kiev per risolvere la questione”.
Sempre secondo Mosca i due ministri degli esteri hanno anche evocato la situazione in seno all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), le cui sedute sono ormai diventate terreno di scontro fra la Russia e l’Occidente, e dei mezzi per impedire un’ulteriore degenerazione dei rapporti.
Le relazioni fra la Confederazione e il Cremlino si sono deteriorate dall’inizio dell’offensiva russa in Ucraina nel febbraio 2022. La Svizzera, oltre ad aver adottato sanzioni nei confronti di Mosca, ha ospitato due vertici voluti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ai quali la Russia non ha partecipato.