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Tasso ipotecario di riferimento resta invariato all’1,75%

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Gli inquilini possono tirare un sospiro di sollievo: il tasso ipotecario di riferimento, ossia l’indicatore che serve a determinare le pigioni degli appartamenti in affitto in tutta la Svizzera, resta invariato all’1,75%.

Lo ha comunicato oggi l’Ufficio federale delle abitazioni (UFAB).

L’anno scorso erano stati registrati due incrementi, il primo (all’1,50%) in giugno e il secondo (all’1,75%) in dicembre. Questo aveva portato una parte dei locatori ad aumentare le pigioni, con progressioni che hanno superato anche il 10% e che si erano andate ad aggiungere ad ulteriori salassi sul fronte dei costi dell’abitazione, a partire dai prezzi del riscaldamento e dell’elettricità.

Pubblicato a scadenza trimestrale, il tasso d’interesse di riferimento è basato su un tasso d’interesse medio dei crediti ipotecari svizzeri, ponderato secondo il volume dei prestiti. Rispetto al trimestre precedente il tasso d’interesse medio calcolato al 31 marzo 2024 è rimasto identico e si attesta ancora all’1,72%. Con l’arrotondamento commerciale, il tasso ipotecario di riferimento, determinante per stabilire gli affitti, continua quindi a essere dell’1,75%. Resterà a tale livello finché il tasso d’interesse medio non scenderà sotto l’1,63% o non supererà l’1,87%, precisa l’UFAB.

La decisione odierna è in linea con quanto previsto dagli esperti che avevano pronosticato lo status quo. Questo perché il quadro generale dei tassi appare ormai orientato a un taglio del costo del denaro da parte della Banca nazionale svizzera (BNS), sulla scia di un inflazione che è sensibilmente scesa sotto il 2% (1,3% in gennaio).

In un recente studio, gli esperti di UBS sono giunti alla conclusione che non ci si deve aspettare alcuna variazione del tasso ipotecario di riferimento nemmeno nelle prossime valutazioni di settembre e dicembre.

Se l’affitto si basa ancora su un tasso del 2,00% o superiore, in linea di principio il diritto a una diminuzione della pigione permane. Se l’affitto si basa su un tasso dell’1,5% o più basso, il diritto di locazione stabilisce che i proprietari in linea di principio hanno il diritto di aumentare l’affitto in misura del 3% per ogni quarto di punto percentuale, spiega l’UFAB.

Oltre alla variazione del tasso d’interesse di riferimento, possono avere un ruolo nel calcolo dell’affitto altri fattori di costo, come la variazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo (rincaro). È lecito aumentare l’affitto in misura del 40% del rincaro. Inoltre, una variazione dei costi di manutenzione e di esercizio può comportare un adeguamento del canone di locazione. Questa variazione può essere presa in considerazione nel calcolo.

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