Swissmem: “agire in modo deciso, sia con gli Usa che all’interno”

La Svizzera deve agire in modo deciso, sia nei confronti degli Stati Uniti che al suo interno, per far fronte ai dazi decisi dal governo americano: è la reazione agli ultimi avvenimenti di Swissmem, l'associazione dell'industria metalmeccanica ed elettrotecnica.
(Keystone-ATS) “Swissmem è profondamente delusa dalla decisione del governo statunitense di imporre tariffe del 31% sui prodotti dell’industria tecnologica svizzera”, si legge in un comunicato odierno. Il provvedimento del presidente Donald Trump viene definito “del tutto incomprensibile e arbitrario”, proprio perché la Confederazione, da parte sua, nel 2024 ha annullato tutte le barriere doganali sui prodotti industriali.
La misura colpisce duramente un comparto alle prese con una situazione economica già tesa, prosegue l’organizzazione. Particolarmente sotto pressione sono le piccole e medie imprese (PMI) che non hanno uno stabilimento di produzione negli Usa: se i loro prodotti non sono indispensabili, rischiano di perdere un importante mercato di vendita. Per il settore gli Usa, con 10 miliardi di franchi, sono il secondo mercato d’esportazione, con una quota del 15%, dopo l’Unione europea, al 55%.
Secondo Swissmem ora è importante che le imprese e il mondo politico agiscano in modo deciso, ma a mente fredda. A livello aziendale, in queste circostanze gli altri mercati stanno diventano ancora più importanti: l’attenzione è rivolta principalmente all’Ue, ma anche a India, Sud America, Sud-Est asiatico e Cina.
Sul piano politico, il Consiglio federale deve ora cercare personalmente e con la massima urgenza un dialogo con gli ambienti competenti del governo statunitense e spiegare la politica commerciale aperta e i vantaggi della Svizzera. L’obiettivo deve essere quello di evitare o almeno mitigare i dazi. Inoltre, la Confederazione deve accelerare l’accesso ad altri mercati: in particolare, l’accordo di libero scambio con l’India deve entrare in vigore il prima possibile. Anche la conclusione di un’intesa con il Mercosur e l’estensione dell’accordo con la Cina sono molto urgenti. Infine gli accordi bilaterali III – così viene chiamata dagli ambienti economici l’intesa negoziata fra Berna e Bruxelles – “stanno diventando ancora più importanti”.
Sempre secondo Swissmem il maggior margine di manovra si trova però nella politica interna. Per sostenere l’industria, la guerra commerciale deve essere riconosciuta come una giustificazione per il lavoro ridotto e il periodo massimo di diritto deve essere esteso a 24 mesi il più rapidamente possibile. Swissmem si aspetta inoltre che tutti i settori e i partiti sostengano pienamente la strategia di accordi di libero scambio del Consiglio federale. Inoltre le aziende devono essere liberate da regolamenti o oneri finanziari inutili: “l’ordinanza sulla legge sul CO2 approvata nella seduta del governo di ieri, che impone ulteriori oneri all’industria, è solo un esempio di un approccio chiaramente sbagliato”, conclude l’associazione.