Swissmem: “è uno schok, in gioco il benessere di tutti”

Uno shock che sottopone la Svizzera a un'enorme pressione come paese esportatore: è la reazione di Swissmem, l'associazione del comparto metalmeccanico ed elettrotecnico elvetico, ai dazi del 39% annunciati dagli Stati Uniti.
(Keystone-ATS) “È in pericolo il benessere di tutti”, sostiene l’organizzazione.
“Sono esterrefatto”, afferma Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem, citato in un comunicato odierno. “Queste tariffe non hanno alcuna base razionale e sono arbitrarie. La decisione mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nel settore”. Non è però solo l’industria tecnologica a risentirne, ma anche tutti gli altri rami orientati all’export. “Insieme essi costituiscono il pilastro centrale della prosperità svizzera”, viene argomentato.
Nelle ultime settimane, il Consiglio federale e l’amministrazione federale hanno fatto tutto il possibile per raggiungere un risultato positivo e sembravano aver negoziato un accordo. La Svizzera è stata però ostacolata dalla decisione erratica del presidente Donald Trump. Secondo Swissmem si deve ora continuare a trattare mantenendo la calma: sarebbe inoltre sbagliato introdurre contromisure contro gli Usa.
Per Swissmem è invece giusto e importante che la Confederazione, nel giorno della festa nazionale, rimanga unita e che le condizioni quadro vengano rapidamente e radicalmente migliorate a favore dell’industria dell’esportazione. “Dopo tutto, la Svizzera guadagna un franco su due dal commercio estero”, viene fatto notare. Concretamente si tratta di migliorare l’accesso ad altri mercati, di sottoscrivere gli accodi con l’Ue, che con gli eventi odierni assumono un’importanza ancora maggiore, di allentare come previsto la legge sull’esportazione di materiale bellico e, più in generale, di evitare nuovi costi e oneri alle imprese.