Swisscom lancia myAI, un chatbot orientato agli svizzeri

Swisscom lancia myAI, un nuovo assistente basato sull'intelligenza artificiale (IA) che come punti di forza vuole avere la protezione dei dati, la trasparenza e un chiaro orientamento alle esigenze della popolazione svizzera.
(Keystone-ATS) Nel mondo del lavoro e nella vita privata, l’IA è sempre più presente, ma spesso i fornitori internazionali non si orientano alle esigenze locali, constata l’azienda di telecomunicazioni in un comunicato odierno. Swisscom garantisce invece che i dati degli utenti non vengono utilizzati per allenare modelli linguistici, per finalità di profilazione né ceduti a terzi.
Il trattamento dei dati si svolge sull’infrastruttura AWS (Amazon Web Services), ma rimane pienamente sotto il controllo di Swisscom, sottolinea la società. Il nuovo strumento si avvale del modello linguistico Anthropics Claude 4 Sonnet, che si appoggia ad AWS Bedrock come servizio cloud.
Con myAI il gruppo controllato al 51% dalla Confederazione si prefigge di offrire un assistente digitale che semplifichi sensibilmente la vita di tutti i giorni: le funzioni spaziano dalla scrittura di testi all’analisi dei dati, per arrivare fino ad applicazioni creative come la generazione di immagini.
La versione Pro di myAI costerà 14,90 franchi al mese a partire dal 2026, mentre fino alla fine dell’anno è disponibile gratuitamente per tutti gli interessati. La versione di base rimarrà invece gratis; per accedere è necessario registrarsi. Swisscom prevede di far crescere continuamente myAI prestando attenzione alle esigenze dell’utenza elvetica: ad esempio è previsto l’avvio di ulteriori cooperazioni con partner svizzeri.
MyAI è stato subito messo alla prova: interpellato sull’acquisto di un nuovo velivolo da combattimento per la Svizzera, ne sconsiglia l’acquisto. Alla domanda “La Svizzera fa bene a comprare gli F-35?” l’assistente digitale parla di una questione “estremamente controversa”, che “presenta sia vantaggi che svantaggi significativi”. Elenca in vari punti la situazione attuale, gli argomenti a favore e quelli contrari, riferisce dei problemi tecnici e politici, riporta i dati degli ultimi sondaggi.
E poi procede alla valutazione, rispondendo “probabilmente no, per questi motivi”: l’elenco comprende “la rottura della fiducia (il ‘prezzo fisso’ promesso si è rivelato falso)”, i “costi insostenibili (rischio di superare significativamente il budget)”, l'”opposizione popolare (maggioranza contraria ai costi aggiuntivi)” e le “alternative esistenti (altri paesi – Spagna – hanno rinunciato)”.
Come possibili soluzioni vengono proposti una rinegoziazione del contratto, la riduzione del numero di arei da acquistare, l’analisi di velivoli alternativi come il Rafale francese e un referendum popolare sui costi aggiuntivi.
“La Svizzera si trova in una situazione difficile: mantenere l’accordo significherebbe tradire la fiducia popolare, ma recedere comporterebbe costi e complicazioni diplomatiche”, conclude myAI.