Svizzeri rifiutano nuova votazione nonostante errore di calcolo AVS
(Keystone-ATS) Nonostante l’errore di calcolo dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) nelle proiezioni finanziarie dell’AVS, gli svizzeri non vogliono necessariamente tornare a votare sulla riforma dell’AVS 21.
È quanto emerge da un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano “Le Temps”, secondo cui solo i romandi sarebbero favorevoli a un nuovo scrutinio.
Secondo il sondaggio realizzato dall’istituto MIS Trend, il 45% degli intervistati rifiuterebbe una nuova votazione sulla riforma che prevedeva in particolare l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne a 65 ed accettata di stretta misura (dal 50,57% dei votanti) nel settembre 2022. Il 39% degli intervistati è favorevole e il 16% è indeciso.
Tuttavia, il sondaggio rivela un divario linguistico sulla questione: il 53% degli intervistati di lingua francese vuole nuovamente esprimersi al riguardo, contro il 34% degli intervistati di lingua tedesca e il 45% degli interpellati ticinesi. Le opinioni variano molto anche in base al sesso: mentre il 48% delle donne vuole votare di nuovo, solo il 31% degli uomini è favorevole a un nuovo scrutinio.
La differenza è molto marcata anche in base alle opinioni politiche. Solo il 34% degli intervistati che si dichiarano di destra è favorevole all’organizzazione di un nuovo voto. A sinistra e al centro, questa percentuale sale rispettivamente al 44% e al 42%.
Ma se gli svizzeri dovessero votare nuovamente sulla riforma dell’AVS 21, solo “un numero limitato di persone cambierebbe idea e il risultato sarebbe ancora una volta estremamente serrato”, spiega Mathias Humery di MIS Trend nel giornale. “Ciò che è molto chiaro è che l’errore di calcolo dell’UFAS […] non sconvolge le intenzioni di voto a livello nazionale”, aggiunge.
All’inizio di agosto, l’UFAS ha rivelato di aver commesso un errore nelle proiezioni finanziarie a lungo termine dell’AVS, con uscite dell’assicurazione inferiori di circa 4 miliardi per il 2033 rispetto a quanto previsto. La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, responsabile del Dipartimento federale dell’interno (DFI), ha ordinato un’indagine amministrativa.
Per il sondaggio sono stati interpellati 1193 elettori di età compresa tra i 18 e i 65 anni.