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Strade nazionali vicine alla saturazione

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Le strade nazionali sono sempre più congestionate: nel 2023, le ore trascorse in coda hanno segnato un aumento del 22,4% su un anno giungendo alla quota record di 48’807 ore.

Lo indica l’Ufficio federale delle strade (USTRA), secondo cui in alcune tratte i potenziamenti sono ormai ineludibili.

A livello regionale, il maggior numero di ore di colonna si è registrato nell’agglomerato di Zurigo (13’331), seguito dal Ticino (considerato un agglomerato unico, circa 5 mila ore a fronte di 3700 nel 2022, pari a un aumento del 34%). Gli agglomerati urbani sono quelli dove si verificano i problemi di traffico maggiori (dopo Zurigo e Ticino, seguono Basilea, Berna, Ginevra e Losanna).

Tra le tratte maggiormente sotto pressione figurano, per esempio, l’autostrada A2 fra Bellinzona e Chiasso, compresa la diramazione Mendrisio-Stabio, e la diramazione A12/A13 a Bellinzona sud in direzione di Locarno (e i conseguenti rallentamenti lungo il piano di Magadino), per non parlare dei portali nord e sud della galleria stradale del San Gottardo (più distanziato l’asse del San Bernardino). Altro troncone “caldo”, l’A1 fra Ginevra e St. Margrethen (SG).

Stando al Rapporto sulla viabilità 2023 pubblicato oggi, con 29,6 miliardi di veicoli-chilometro percorsi, il volume di traffico sulla rete viaria nazionale è aumentato rispetto al 2022 di 1,5 punti percentuali, confermano la centralità delle strade nazionali nel sistema dei trasporti elvetico.

Le autostrade, semiautostrade e strade nazionali di terza classe, pur rappresentando appena il 3% in termini di estensione rispetto all’intera rete viaria del Paese, hanno assorbito il 45% del chilometraggio totale registrato.

Dei quasi 30 miliardi di veicoli-chilometro, l’84% (24,9 miliardi) è stato percorso da automobili (+2,9 %). Anche per il trasporto merci la rete nazionale riveste un’importanza cruciale, come dimostra la quota del 68,3% di veicoli-chilometro riferita a camion, furgoni e altri veicoli commerciali.

Rete viaria satura

Tale centralità ha però il suo rovescio della medaglia: con un balzo del 22,4 % rispetto al 2022, gli incolonnamenti hanno toccato un valore record nel 2023: 48 807 ore, di cui l’86,7% imputabile a problemi di congestione della rete.

Lo scarto tra l’incremento delle ore di coda (+22,4%) e quello dei veicoli-km (+1,5 %) è sintomatico dei limiti di saturazione della rete viaria nazionale. Questa evoluzione mette a dura prova la stabilità e la resilienza del sistema, stando all’USTRA. Nonostante le numerose misure adottate per ottimizzare il flusso veicolare, le strade nazionali non sono infatti più in grado di assorbire il surplus di traffico generato dalla domanda.

I sistemi su cui si punta per rimediare al problema, tra cui gli impianti di limitazione dinamica della velocità o le corsie dinamiche, in alcuni tratti non sono più sufficienti per far fronte alla crescita futura dei volumi di traffico.

Potenziamenti mirati

Pertanto, secondo l’USTRA, è necessario ricorrere a potenziamenti mirati volti a risolvere le criticità più gravi. I progetti di ampliamento sono inseriti e classificati per priorità nel Programma di sviluppo strategico (PROSTRA), aggiornato e presentato al Parlamento ogni quattro anni.

L’obiettivo di questi interventi consiste nel migliorare la circolazione, ridurre i riversamenti di traffico sulla viabilità ordinaria e garantire la robustezza della rete autostradale.

ASTAG e ATA su fronti opposti

In una presa di posizione odierna, l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG) ha espresso preoccupazione per l’evoluzione in crescita delle ore passate in colonna. Per l’ASTAG, l’ampliamento della rete autostradale, su cui si voterà in autunno, deve quindi essere realizzato.

Le Camere federali nel settembre 2022 hanno accolto un credito di 4,4 miliardi di franchi per aumentare il numero di corsie in sei settori tra cui, nei pressi di Berna, l’autostrada A1 tra Wankdorf e Schönbühl, e sull’arco lemanico, nei cantoni Vaud e Ginevra, sempre l’A1 tra Le Vengeron (GE) e Nyon (VD). Contro questi piani, l’Associazione traffico e ambiente (ATA) ha lanciato con successo il referendum.

Secondo l’ATA e altre organizzazioni, un’ulteriore estensione delle autostrade equivarrebbe a promuovere il traffico individuale motorizzato. Le capacità supplementari che vengono create generano subito un aumento del traffico e, di conseguenza, anche più rumore, più CO2, più gas di scarico, una maggior usura degli pneumatici, più incidenti e una maggior cementificazione.

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