Spazio aereo, Berna punta su sistema radar italiano

La Svizzera potrà contare su nuovi radar parzialmente mobili a corta gittata per tutelare meglio la sovranità del proprio spazio aereo. La commessa è stata assegnata al produttore italiano Leonardo con il suo sistema TMMR (Tactical Multi Mission Radar).
(Keystone-ATS) Attualmente, sottolinea in una nota odierna l’Ufficio federale dell’armamento (armasuisse), manca un sistema radar semi-mobile in grado di coprire lo spazio aereo inferiore. Con la messa fuori servizio del radar tattico d’aviazione (TAFLIR) verso il 2030, si amplieranno le lacune per questa mansione, carenze che il TMMR sarà in grado di compensare.
I nuovi sensori rafforzeranno la rete e miglioreranno in modo decisivo la difesa aerea integrata, garantisce armasuisse. Inoltre, il sistema, che ha il vantaggio di poter essere posizionato rapidamente, può rilevare, classificare e tracciare bersagli nello spazio aereo inferiore e intermedio, nonché identificarli mediante il riconoscimento amico-nemico.
A dicembre 2024, nell’ambito di una procedura tramite invito, armasuisse ha presentato la domanda di offerta a sette produttori, dai quali ne sono pervenute complessivamente quattro ritenute utilizzabili. Dopo un’attenta valutazione, è stata scelta quella più vantaggiosa dal punto di vista economico per la Svizzera, si legge nel comunicato.
La commessa è andata come detto a Leonardo, una delle più grandi aziende europee nel ramo della difesa. Il maggior azionista della compagnia è lo Stato: il Ministero dell’economia e delle finanze italiano detiene infatti circa il 30% dei titoli.
Stando alla Confederazione, l’aggiudicazione per il sistema radar TMMR è in linea con la strategia in materia di politica d’armamento del Consiglio federale approvata lo scorso 20 giugno. Secondo essa, il 30% del volume complessivo relativo agli acquisti da parte di Berna dovrebbe essere effettuato nei Paesi limitrofi e in altre nazioni europee. L’idea è che la Svizzera si procuri sistemi e materiali identici a quelli di altri Stati, soprattutto quelli confinanti, o, quanto meno, compatibili. In tal modo sarà in grado di partecipare a un piano di difesa reciproca in caso di conflitto armato, rafforzare la sicurezza delle catene di fornitura e diventare più resiliente in caso di crisi o di attacco.
L’acquisto di questi radar moderni avverrà con riserve e gradualmente. In una prima fase, toccherà a un singolo sistema per avviare lo sviluppo delle capacità. Se risulterà convincente nell’impiego presso le truppe, si provvederà a integrarne altri. Secondo i piani, il raggiungimento della piena operatività è previsto nell’ambito del messaggio sull’esercito 2028.