Sovraffollamento turistico in Svizzera? “Macché, c’è ancora posto”
Malgrado qualche difficoltà puntuale la Svizzera non ha problemi di sovraffollamento turistico: c'è ancora posto per altri ospiti ed è quindi giusto andarli a cercare all'estero, anche facendo capo ai soldi dei contribuenti, magari per una campagna con Roger Federer.
(Keystone-ATS) Lo sostiene Martin Nydegger, direttore di Svizzera Turismo, l’associazione di promozione del ramo.
“Comprendiamo naturalmente le preoccupazioni degli abitanti delle zone fortemente frequentate dai turisti”, afferma il 54enne in un’intervista pubblicata dal portale 20 Minuten. “Le prendiamo molto sul serio. Siamo in costante contatto con le destinazioni e gli operatori turistici. Insieme stiamo lavorando intensamente per trovare delle soluzioni”.
A suo avviso la situazione non è però “affatto così drammatica come viene spesso descritta”. “Il termine overtourism indica il disagio causato dal turismo alla popolazione locale e ai turisti stessi per un periodo di tempo prolungato: in Svizzera questo si verifica solo in pochissimi luoghi e in modo molto temporaneo, praticamente unicamente durante le settimane di vacanze estive”
Le immagini dei villaggi affollati – fanno presente i giornalisti della testata zurighese – sono comunque una realtà. “Sì, ma le difficoltà puntuali si verificano forse solo in una manciata di località turistiche su un totale di 300 destinazioni”, replica il dirigente con trascorsi professionali presso l’ente turistico Engadin Scuol. “C’è ancora molto spazio, perché il tasso medio di occupazione degli alberghi è inferiore al 50% su base annua. Spesso si trascura il fatto che le lunghe code e le congestioni nei luoghi di gita sono causate principalmente dagli escursionisti elvetici e non dagli ospiti stranieri che pernottano negli hotel. È anche importante sapere che 35’000 piccole e medie imprese in Svizzera vivono direttamente del turismo e che migliaia di altre aziende traggono indirettamente il loro reddito dal turismo, tra cui ditte artigiane e negozi locali”.
Ma tenuto conto del fatto che i pernottamenti sono a un livello record nella Confederazione, ha senso continuare ad attirare persone dall’estero, per esempio attraverso la recente campagna che vede protagonisti l’ex tennista Roger Federer e l’attrice americana Halle Berry? “La campagna con Federer ottiene esattamente l’effetto contrario”, argomenta il manager. “Noi promuoviamo le vacanze in bassa stagione, i soggiorni più lunghi e l’uso dei mezzi pubblici. Questi sono gli obiettivi principali della nostra strategia Travel Better. Si tratta, tra l’altro, di attenuare meglio i picchi di affluenza nel nostro paese”.
Si spendono però soldi pubblici: l’anno prossimo Svizzera Turismo riceverà 50 milioni di franchi da Berna. “La Confederazione contribuisce con circa la metà dei fondi al nostro budget: l’altra metà è a carico del settore turistico. Non è quindi vero che le nostre campagne siano finanziate esclusivamente con il denaro dei contribuenti”. A Nydegger non piace nemmeno l’aggettivo “dispendiosa” in relazione alla campagna. “Non riveliamo i dettagli relativi ai costi esatti, ma possiamo affermare che per una campagna di questa portata e di questo impatto il prezzo è stato relativamente basso”, conclude.