Siria: a un anno da caduta Assad: Sharaa, “unità per ricostruzione”
Celebrazioni a Damasco, ma violenza minaccia fragile transizione Il presidente Ahmed al-Sharaa ha esortato oggi i siriani a collaborare per ricostruire il loro Paese, in occasione del primo anniversario dalla caduta di Bashar al-Assad.
(Keystone-ATS) A novembre dello scorso anno, l’alleanza islamista di Sharaa – ex leader qaedista col nome di battaglia di Jolani – ha lanciato un’offensiva lampo conquistando la capitale Damasco l’8 dicembre dopo quasi 14 anni di guerra e ponendo fine a oltre cinquant’anni di governo ferreo della famiglia Assad.
Dopo la preghiera dell’alba nella famosa Moschea degli Omayyadi di Damasco, Sharaa ha “lodato i sacrifici e l’eroismo dei combattenti” entrati a Damasco, si legge in una dichiarazione della presidenza. “La fase attuale richiede l’unificazione degli sforzi di tutti i cittadini per costruire una Siria forte, consolidarne la stabilità, salvaguardarne la sovranità e realizzare un futuro degno dei sacrifici del suo popolo”, ha affermato Sharaa, indossando l’uniforme militare come al suo ingresso nella capitale un anno fa.
Da fine novembre, i siriani hanno dato il via alle celebrazioni del primo anniversario dell’inizio dell’offensiva, che culminano oggi con eventi a Damasco, tra cui una parata militare e un discorso programmato di Sharaa.
Il presidente siriano, che ha rotto con il suo passato jihadista, è riuscito a ripristinare la reputazione internazionale della Siria e ha ottenuto la revoca delle sanzioni. Ma deve affrontare grandi sfide per garantire la sicurezza, ricostruire istituzioni in rovina, riconquistare la fiducia dei siriani e mantenere unito il suo Paese. Lo spargimento di sangue settario nelle roccaforti delle minoranze alawita e drusa del Paese, insieme alle operazioni militari israeliane in corso, hanno scosso la fragile transizione del Paese.
Sabato, un importante leader spirituale alawita in Siria ha esortato i membri della sua minoranza religiosa, a cui appartiene anche la famiglia Assad, a boicottare le celebrazioni, in segno di protesta contro le nuove autorità “oppressive”.
Lo stesso giorno, l’amministrazione curda che controlla ampie zone della Siria nord-orientale ha annunciato il divieto di assembramenti ed eventi pubblici per domenica e lunedì, citando preoccupazioni per la sicurezza. In base a un accordo di marzo, l’amministrazione curda dovrebbe integrare le sue istituzioni nel governo centrale entro la fine dell’anno, ma i progressi sono in stallo.