Siria: Damasco cade, Assad si dimette e fugge

Il regime di Bashar al-Assad è formalmente finito.
(Keystone-ATS) Mosca ha annunciato che il presidente siriano si è dimesso “a seguito dei negoziati con alcuni partecipanti al conflitto armato sul territorio della Siria” ed “ha lasciato il paese, dando istruzioni per effettuare pacificamente il trasferimento del potere”.
Non ci sono invece notizie su dove si trovi. Il suo aereo, partito da Damasco secondo fonti siriane che hanno riferito all’agenzia di stampa britannica Reuters, è “scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo, dopo una virata di 180 gradi verso la costa”.
Secondo un membro del Comitato politico dell’opposizione siriana, citato dall’agenzia di stampa ufficiale russa Tass, il rais avrebbe chiesto asilo a diversi paesi, che glielo avrebbero negato, e potrebbe essere diretto verso qualche paese in Africa.
I ribelli che sono entrati nella capitale hanno preso il controllo dei centri del potere della capitale siriana: il palazzo presidenziale nel quartiere di Malki, la sede della televisione di Stato, l’aeroporto internazionale e il carcere di Sednaya.
I ribelli controllano anche le principali strade a Damasco e in diverse zone della città i cittadini sono scesi in strada per applaudirli e per intonate slogan contro Assad. Ma ci sono stati anche episodi di saccheggio, per esempio alla Banca centrale.
Il premier siriano Muhammad al-Jalali mantiene per ora il suo incarico alla guida del governo a Damasco, riferiscono media siriani e fonti delle fazioni armate che hanno per ora il controllo della capitale, smentendo le notizie di aver messo al-Jalali in stato di fermo. “Il premier si appresta a mantenere il suo incarico e a proseguire il suo mandato al servizio del paese”, affermano le fonti.
I ribelli siriani hanno trasmesso il loro primo notiziario sulla televisione statale, annunciando di aver “vinto la scommessa e rovesciato il regime criminale di (Bashar al-)Assad”.
Parlando sul principale canale d’informazione siriano, il conduttore ha detto: “A coloro che un giorno pensavano che fossimo distrutti, vi annunciamo dal canale siriano d’informazione la vittoria della grande rivoluzione siriana dopo tredici anni di pazienza e sacrificio”, riferisce il quotidiano britannico The Guardian.