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Donald Trump attacca Seul, ‘prima o poi rivedrò Kim’

Keystone-SDA

Decenni di alleanza tra Stati Uniti e Corea del Sud messi alla prova proprio al primo incontro tra i due presidenti alla Casa Bianca.

(Keystone-ATS) Poche ore prima di ricevere infatti, The Donald ha sferrato contro Seul un attacco a sorpresa, e anche un po’ vago, accusandola di non meglio precisate “purghe” in corso nel Paese. Un’accusa che, probabilmente, si riferiva ai tumulti politici seguiti all’arresto dell’ex presidente Yoon Suk-yeo per il suo fallito tentativo di imporre la legge marziale lo scorso dicembre e all’elezione di Lee a giugno. Domenica, infatti, i procuratori sudcoreani hanno emesso un mandato di arresto per l’ex primo ministro Han Duck-soo, accusandolo di aver aiutato Yoon.

Tra l’altro, l’attuale capo di Stato sudcoreano non sarebbe gradito ad una parte del movimento Maga per il suo approccio più pragmatico che, pur privilegiando i rapporti con gli Stati Uniti, vuole lasciare comunque spazio a legami più stabili con la Cina, partner cruciale per il commercio, il turismo e gli sforzi di pace nella penisola coreana.

“Cosa sta succedendo in Corea del Sud? Sembra una purga o una rivoluzione. Non possiamo permetterci di fare affari lì”, ha attaccato il tycoon su Truth senza entrare nello specifico. Quando, poi, i giornalisti al seguito nello Studio Ovale gli hanno chiesto spiegazioni il presidente americano si è limitato a rispondere che si riferiva “ai raid contro le chiese”, avvenuti di recente in Corea del Sud. Le accuse del tycoon sono in linea con quelle del movimento di estrema destra sudcoreano, in particolare dei cristiani evangelici e dei sostenitori di Yoon che considerano l’ex presidente “vittima di una persecuzione comunista”.

Durante il colloquio nello Studio Ovale The Donald ha anche ricordato il suo “ottimo” rapporto con Kim Jong Un e ha annunciato che lo “incontrerà prima o poi”. “Possiamo fare qualcosa per la penisola coreana”, ha assicurato Trump. “Ho trascorso molto tempo con lui, parlando di cose di cui probabilmente non avremmo dovuto parlare”, ha aggiunto il presidente statunitense ricordando la sua visita nella zona demilitarizzata tra le due Coree.

The Donald ha anche dichiarato che la sua vittoria nel 2016 ha evitato una guerra nucleare il Nord e il Sud. “Ci sarebbe stata e sarebbe stata orrenda per tutti, compresi loro. Sarebbe stata molto brutta per loro, perché saremmo dovuti entrare in gioco noi, che siamo di gran lunga il Paese nucleare più potente al mondo”, ha detto. Il commander-in-chief ha poi annunciato che si recherà presto in Cina per incontrare Xi Jin Ping ma ha anche avvertito Pechino che è pronto a imporre dazi “del 200% o qualcosa del genere” se non darà i magneti agli Stati Uniti.

Lee da parte sua ha ringraziato il presidente americano per il suo impegno verso la pace nella penisola coreana e si è perfino complimentato con lui per la ristrutturazione dello Studio Ovale che ha definito “scintillante”. Nessun cenno alle accuse del tycoon se non un riferimento “ai tumulti politici” dai quali il Paese sta uscendo, mentre a Seul la portavoce presidenziale Kang Yu-jung ha assicurato che le affermazioni di Trump “saranno verificate”. Quanto alle questioni più pratiche della cooperazioni tra i due Paesi Trump ha annunciato che gli Usa vorrebbero acquisire la proprietà dei terreni su cui si trovano le basi statunitensi in Corea del Sud, mentre continua a premere sull’alleato affinché paghi di più per ospitare circa 28’500 soldati americani.

“Abbiamo speso molti soldi per costruire un forte, e c’è stato un contributo da parte della Corea del Sud, ma vorrei vedere se possiamo liberarci del contratto di locazione e acquisire la proprietà del terreno su cui abbiamo un’enorme base militare”, ha detto. Trump ha, infine, annunciato che gli Stati Uniti avvieranno una joint venture con la Corea del Sud e il Giappone relativa al petrolio in Alaska.

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