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Seco corregge ancora al ribasso previsioni sulla crescita economica

Keystone-SDA

La Segreteria di Stato dell'economia (Seco) corregge nuovamente al ribasso le previsioni sulla crescita economica elvetica, come aveva già fatto in dicembre.

(Keystone-ATS) La ripresa mondiale procede in modo più lento di quanto ipotizzato: e su tutto incombe il rischio di un’escalation delle guerre commerciali, che potrebbe scombussolare completamente le carte.

Concretamente il prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe salire dell’1,0% l’anno in corso e dell’2,0% nei dodici mesi successivi, emerge dalle tabelle pubblicate oggi dagli economisti della Confederazione. Nella precedente valutazione, che risale a tre mesi or sono, era ancora previsto rispettivamente +1,1% e +2,1%.

Quelli indicati sono però i dati lordi: corretto dall’impatto degli eventi sportivi, che incidono sensibilmente perché in Svizzera hanno sede le ricchissime federazioni internazionali che incamerano miliardi con i diritti di diffusioni dei loro tornei, il Pil progredirà dell’1,4% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026. In tutti e due gli anni in esame quindi la progressione del Pil elvetico sarà inferiore alla media storica, che per quanto riguarda i dati corretti dall’impatto dello sport è dell’1,8%.

Se l’evoluzione del Pil viene vista meno dinamica di quanto pensato, la stima sull’inflazione viene per contro mantenuta allo 0,3% per il 2025 e abbassata dallo 0,7% allo 0,6% per l’anno prossimo. Il tasso di disoccupazione è visto al 2,8% in entrambi gli anni (0,1 punti in più della previsione precedente).

L’incertezza internazionale che incombe sulla politica commerciale e sulla politica economica pesa sulle prospettive dell’economia planetaria e quindi anche sulla congiuntura elvetica, affermano gli esperti della Seco. Questo perché le decisioni degli investitori si fanno più difficili.

I funzionari bernesi ipotizzano comunque anche uno scenario negativo, caratterizzato da un acuirsi delle vertenze commerciali, e uno positivo, con una ripresa europea più accentuata di quanto si profila attualmente. Nel primo caso le ripercussioni sul commercio estero svizzero e sulla congiuntura della Confederazione sarebbero notevoli, mentre nel secondo l’export del made in Switzerland ne risulterebbe favorito, con effetti a cascata per il resto dell’economia.

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