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Sciopero lavoratori edili: dopo il Ticino oggi tocca a Berna

Keystone-SDA

Dopo la giornata di sciopero in Ticino del 20 ottobre scorso, oggi è toccato ai lavoratori edili del Canton Berna incrociare le braccia, contro il nuovo Contratto mantello nazionale, che coinvolge circa 80'000 operai.

(Keystone-ATS) Diverse centinaia di persone si sono riunite, come riporta un inviato di Keystone-ATS, a Berna in Waisenhausplatz, mentre grandi cantieri, tra cui quello della stazione centrale cittadina, rimanevano inoperativi.

Le rivendicazioni comprendono il pagamento del tragitto dalla sede aziendale al cantiere, orari di lavoro più corti e consoni a una vita familiare, una pausa pagata a metà mattinata, salari più alti e l’adeguamento al rincaro.

Secondo i sindacati Unia e Syna, dopo il fallimento della quinta tornata di trattative tenutasi martedì, si prospetta per la prima volta da decenni una situazione senza contratto in essere. Se questo non dovesse venire rinnovato, i sindacati minacciano uno sciopero di tutto il settore per il 2026.

“Senza lavoratori edili non funziona nulla, lo stiamo dimostrando oggi”, ha dichiarato in conferenza stampa il co-direttore del settore costruzioni di Unia, Chris Kelley. Il direttore Nico Lutz ha invece evidenziato come nel 2030 mancherà un operaio qualificato o un caposquadra su quattro necessari, mentre nel 2040 il deficit sarà di uno su tre. Inoltre il 10% dei diplomati abbandonerebbe la professione nei cinque anni successivi all’ottenimento del diploma.

Il 3 e 4 novembre sarà la volta di manifestazioni in tutta la Svizzera romanda, il 7 novembre della Svizzera nordoccidentale e il 14 novembre di Zurigo e di altre regioni della Svizzera tedesca.

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