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Sanità: finanziamento uniforme ridurrà costi e premi

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Il finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie, su cui si voterà il prossimo 24 di novembre dopo la riuscita del referendum, favorirà le cure ambulatoriali, col conseguente alleggerimento dei costi e dei premi.

Ne è convinto il Consiglio federale che oggi, per bocca della “ministra” della sanità Elisabeth Baume-Schneider, ha lanciato ufficialmente la campagna in vista della consultazione, raccomandando di votare a favore di una riforma sostenuta sia dal parlamento sia dai Cantoni (tranne il Ticino che teme di pagare di più).

Una risposta all’aumento dei premi

Secondo Baume-Schneider, la riforma su cui si voterà è la risposta concreta della politica al costante aumento dei premi assicurativi, un’evoluzione che pesa sui bilanci famigliari e che figura, per questo, fra le principali preoccupazioni della popolazione.

Attualmente, ha spiegato la consigliera federale socialista, le prestazioni sanitarie coperte dall’assicurazione malattia sono finanziate in modo diverso a seconda della tipologia delle cure. Le cure ambulatoriali – per esempio quelle dispensate da uno studio medico o in ospedale senza pernottamento – sono coperte interamente dalle casse malattia, mentre quelle stazionarie, ossia in un nosocomio con pernottamento, sono assunte per almeno il 55% dal Cantone di domicilio e il resto dagli assicuratori.

Troppi ricoveri

Secondo la “ministra” giurassiana, tale chiave di ripartizione crea incentivi controproducenti che si traducono in una percentuale di ricoveri ospedalieri superiore a quella di altri Paesi. L’interesse per la casse malattia, nonché degli ospedali a causa delle tariffe più elevate, a privilegiare le prestazioni ambulatoriali è ancora troppo basso, anche se in molti casi sono più adatte per i pazienti e meno costose, ha sostenuto

In un raffronto internazionale, ha precisato Baume-Schneider, in Svizzera le prestazioni ambulatoriali rappresentano appena il 20% del totale, mentre in Germania e Austria il 30%, percentuale che aumenta al 40% per l’Italia e al 50% per la Francia.

Stando al Consiglio federale, ha proseguito Baume-Schneider, i progressi della medicina consentono già di passare dalle cure stazionarie e quelle in ambulatorio, ma tale passaggio avviene ancora troppo lentamente giacché le casse malattia hanno meno interesse a questo tipo di trattamento, dal momento che si devono accollare tutti i costi.

La nuova chiave di ripartizione

Nel corso degli anni, tuttavia, l’onere di coloro che pagano i premi è cresciuto maggiormente rispetto a quello dei Cantoni: la parte delle prestazioni sanitarie finanziate dai premi è in aumento da molti anni, mentre quella finanziata dai Cantoni – grazie alle imposte – diminuisce.

Per accelerare il passaggio dallo stazionario all’ambulatoriale, meno caro, in futuro tutte le prestazioni sanitarie – regime ambulatoriale, stazionario, a domicilio o nelle case di cura – saranno finanziate con la stessa chiave di ripartizione (Cantoni: almeno il 26,9% e assicuratori almeno il 73,1%).

Miglior coordinamento

In questo modo, ha affermato Baume-Schneider, il finanziamento uniforme limiterà gli incentivi che fanno lievitare i costi sanitari e, soprattutto, ridurrà i costi a carico di coloro che pagano i premi grazie a un maggior contributo dei Cantoni, incoraggiando in questo modo il ricorso alle cure ambulatoriali.

Anche le casse malattia, ha aggiunto la responsabile del Dipartimento federale dell’interno, hanno un interesse a privilegiare le cure ambulatoriali, giacché la loro quota parte di costi diminuirà.

Grazie a questa nuova ripartizione, ha sottolineato Baume-Schneider, cantoni e casse, nonché tutti gli attori del sistema sanitario, avranno inoltre interesse a coordinarsi al meglio, evitando per esempio ricoveri ospedalieri non necessari, oppure ritardando l’entrata in casa di cura. Oggigiorno, il coordinamento tra i soggetti del settore sanitario, è poco interessante perché richiede spesso sforzi organizzativi proprio da parte di coloro che non ne traggono vantaggi.

Risparmi per milioni

Tutto ciò dovrebbe tradursi in minori costi per centinaia di milioni di franchi secondo alcuni studi, ha sottolineato la “ministra” della sanità, pur ammettendo di non poter cifre precise. Tale riforma, ha poi aggiunto, dovrebbe incontrare anche il favore degli stessi pazienti, per i quali dovrebbe essere più piacevole ritornare a casa al più presto dopo un trattamento piuttosto che rimanere in ospedale.

Competenze rispettate

Baume-Schneider ha poi sottolineato che la riforma non inciderà sulla ripartizione delle competenze fra gli attori in gioco, ossia Confederazione, cantoni, prestatori di servizi e casse malattia.

I fornitori di prestazioni (medici, ospedali, terapisti ecc.) e le casse malati continueranno a concordare le tariffe, che devono essere approvate dai Cantoni o dal Consiglio federale. I Cantoni decideranno invece quali fornitori di prestazioni possono fatturare a carico dell’assicurazione, mentre i medici e i terapisti decidono insieme ai pazienti i trattamenti necessari. Le casse, infine, controlleranno le fatture, facendosi carico dei costi.

Un lungo iter

La riforma, contro la quale è stato lanciato il referendum, è il risultato di quasi 15 anni di dibattiti in parlamento. Oltre ad essere sostenuta dal Consiglio federale, dal Parlamento e da parte dei Cantoni, gode dell’appoggio di numerose organizzazioni sanitarie, tra cui associazioni di medici, ospedali, case di cura, organizzazioni Spitex e assicuratori malattia.

Stando invece agli ambienti sindacali che hanno lanciato il referendum, invece, la riforma conferirebbe alle casse malattia troppo controllo sul nostro sistema sanitario. Gli svantaggi? Premi ancora più alti, medicina a due velocità, peggioramento dell’assistenza nelle case di riposo e a domicilio.

I sindacati temono anche un peggioramento delle condizioni di lavoro del personale infermieristico e una maggiore pressione da parte degli assicuratori sugli istituti di cura, anche pubblici, per una maggiore redditività.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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