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Round Usa-Cina, si cerca la proroga per trattare

Keystone-SDA

Gli Stati Uniti e la Cina hanno avviato a Stoccolma il terzo round di colloqui commerciali "ad alto livello" della durata di due giorni, durante i quali dovrebbero concordare di estendere la tregua tariffaria oltre il 12 agosto.

(Keystone-ATS) Nella quiete svedese, il segretario al Tesoro Scott Bessent, a capo della delegazione americana, è arrivato dopo aver espresso ottimismo sugli scenari, convinto che siano “in buona posizione” da poter consentire il passaggio alla fase successiva dedicata a vicende più ampie.

Ad esempio, la sovraccapacità industriale di Pechino e il suo modello di crescita sbilanciato sugli investimenti governativi e sul manifatturiero orientato all’export. E l’importanza che la Cina sospenda gli acquisti di petrolio russo e iraniano.

Tutti temi che hanno creato una reazione nella controparte cinese che punta “al mutuo rispetto e alla reciprocità” nei colloqui commerciali, ha riferito il ministero degli Esteri. Mentre i media statali, pur rilevando che “non c’è bisogno di tornare alla guerra commerciale” congelata a maggio, hanno messo in guardia da una eccessiva “spinta in avanti” che farebbe saltare “il meccanismo bilaterale economico e commerciale di consultazione”.

La Cina, ha ammonito ad esempio il tabloid Global Times, “continuerà a inviare un chiaro segnale a Usa e comunità internazionale durante i negoziati”, notando che entrambe le parti “dovrebbero impegnarsi nel dialogo e nella cooperazione su base paritaria, evitando l’unilateralismo che mina la stabilità economica globale”.

Come nei due precedenti incontri, a Ginevra e a Londra, la delegazione cinese è guidata dal vicepremier He Lifeng, fidato collaboratore del presidente Xi che sovrintende alle questioni economiche più delicate, la mente della stretta verso gli Usa delle terre rare, minerali e materiali essenziali per i beni ad alta tecnologia e per la difesa, di cui il Dragone è il primo produttore mondiale.

Gli Stati Uniti hanno congelato le restrizioni sull’export di tecnologia verso la Cina per evitare di compromettere i negoziati commerciali con Pechino e per aiutare Trump a strappare un incontro con Xi. A tal proposito, ha scritto il Financial Times, è caduto il divieto sui chip H20 di Nvidia, progettati per il mercato cinese dopo che l’amministrazione di Joe Biden aveva limitato le spedizioni sui microprocessori più avanzati.

Trump ha cambiato idea sulle pressioni del numero uno del leader mondiale dei microchip per l’IA, Jensen Huang. L’H20 è diventato il fulcro di una battaglia tra i funzionari della sicurezza che ritengono che l’H20 aiuterà l’esercito cinese nei suoi piani di sviluppo, e Nvidia che valuta il blocco delle spedizioni di tecnologia Usa come un’occasione per i gruppi mandarini di accelerare gli sforzi sulla loro innovazione.

Per il South China Morning Post, i preparativi per l’incontro tra Trump e Xi vanno comunque avanti: si terrà a Pechino a settembre o a Gyeongju a ottobre, a margine del vertice Apec in Corea del Sud. Sarà l’occasione per “l’accordo definitivo” tra le parti.

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