Roche: “Criticati per prezzi medicinali? È questione di mentalità”

L'industria farmaceutica viene ripetutamente criticata per i prezzi talvolta elevati di singoli farmaci? È anche una questione di mentalità, afferma il Ceo di Roche Thomas Schinecker.
(Keystone-ATS) “In Europa tende a prevalere la mentalità dei costi, mentre in molti paesi dell’Asia o negli Stati Uniti si coltiva la mentalità dell’innovazione”, ha sostenuto il dirigente con passaporto austriaco e tedesco in un colloquio con l’agenzia Awp dopo la conferenza stampa sui risultati semestrali del gruppo.
Rientra in questo ambito la questione dell’antitumorale Lunsumio, che Roche ha ritirato dal mercato in Svizzera perché l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) si è rifiutato di approvare un prezzo più alto. Il preparato è destinato alle persone affette da linfoma follicolare recidivante o refrattario.
“Ogni anno nella Confederazione vengono colpiti da questa malattia circa due dozzine di pazienti, quindi non un numero molto elevato di persone”, ha osservato il 50enne. E questi pazienti continueranno a ricevere il trattamento attraverso lo Swiss Access Programme di Roche. “I medici possono rivolgersi a noi e possiamo rendere disponibile il farmaco per casi specifici”.
Ma alla fine, ha argomentato l’esperto con studi in genetica a Salisburgo e in biologia molecolare a New York, Roche deve anche giustificare ad altre nazioni – come ad esempio la Germania – perché “la Svizzera, in quanto paese altamente sviluppato, dovrebbe pagare molto meno di tutti gli altri”. È difficile da spiegare, ha aggiunto.
Roche utilizza un modello con prezzi differenziati. “Le nazioni povere ricevono i farmaci a prezzi molto più bassi: ma per quanto ne so la Svizzera non è uno di questi paesi poveri”, ha aggiunto il manager in forza a Roche dal 2003 e presidente della direzione dal marzo 2023, che nel suo primo esercizio completo in carica (il 2024) ha incassato compensi per 10,0 milioni di franchi.
Le discussioni nella Confederazione non riguardano solo Lunsumio, vi sono problemi analoghi con l’UFSP anche per altri preparati. Il risultato: “Solo la metà dei farmaci disponibili in Germania è disponibile in Svizzera”. Secondo Schinecker, la Svizzera deve quindi chiedersi cosa c’è di sbagliato nel suo sistema. A cominciare dalle discussioni sui rimborsi. “In Germania queste trattative durano circa 45 giorni, qui in Svizzera 300”. A suo avviso nei negoziati sui prezzi è sempre importante un punto: “Vedete la salute come un fattore di costo o come un’opportunità di investimento?”, si è chiesto in conclusione il padre di tre figli.