Riforma LPP: per giovani “borghesi” equa e necessaria
(Keystone-ATS) La riforma della previdenza professionale (LPP) istituisce maggiore equità fra le generazioni e colma le attuali lacune a livello di rendite pensionistiche.
Parola di un comitato interpartitico giovanile di ispirazione “borghese”, che invita gli elettori ad approvare il 22 settembre prossimo l’oggetto.
È tempo di ammodernare la LPP, stando ai membri di questa alleanza che riunisce le ali giovanili del Centro, del PLR, dei Verdi liberali e degli Evangelici. La riforma è importante, hanno sostenuto all’unisono, poiché colma le lacune pensionistiche dei lavoratori part-time e delle persone a basso reddito. Inoltre, crea maggiore giustizia tra le generazioni, hanno spiegato, sottolineando quanto il voto di settembre sia importante per le generazioni future.
Finora, la previdenza professionale si è soprattutto orientata al “modello monoreddito” risalente al dopoguerra, mentre i redditi da lavoro derivanti da più attività o lavori part-time sono scarsamente tutelati, stando a questa alleanza. Ma oggi viviamo i tempi diversi: molti giovani e gran parte della classe media si dividono il lavoro retribuito e la cura dei figli. Grazie alla riforma della LPP, anche queste persone riceveranno una pensione più pingue in età avanzata, ha sostenuto Marc Rüdisüli (Alleanza del Centro).
Nel corso della presentazione, l’alleanza dei giovani “borghesi” ha criticato la campagna dei sindacati, giudicata “disonesta”. A detta dell’alleanza, i sindacati combattono il compromesso ampiamente sostenuto dal parlamento sfoggiando una retorica populista e intrisa di “molte falsità”. Per i sostenitori della riforma, contrastando la riforma della LPP, i sindacati vorrebbero in verità abolire l’ormai collaudato sistema dei tre pilastri (AVS, LPP e previdenza individuale).
Secondo questa alleanza, la popolazione attiva e i giovani vengono “spremuti” dal tasso di conversione – tasso che moltiplicato per l’avere di vecchiaia determina la rendita annuale, n.d.r – troppo elevato. Se accolta alle urne, la riforma della LPP ridurrebbe immediatamente questa ridistribuzione dai lavoratori assicurati ai neo-pensionati. Si tratta di un passo necessario e giusto, per l’alleanza, secondo cui l’85% degli assicurati non è colpito dalla riduzione del tasso di conversione.
La riforma
La riforma della LPP è stata approvata dal parlamento nel marzo del 2023. Fra gli aspetti principali figura la riduzione del tasso di conversione dall’attuale 6,8 al 6,0%. Ciò significa che, con un capitale accumulato di 100 mila franchi, un assicurato riceverebbe una rendita annua di 6000 franchi invece dei 6800 attuali.
Un supplemento di rendita verrà versato a chi andrà in pensione nei 15 anni successivi all’entrata in vigore della riforma (massimo 2400 franchi l’anno per le prime cinque classi d’età, 1800 franchi per le cinque successive e 1200 franchi per le ultime cinque). Chi al momento del pensionamento disporrà di un avere di vecchiaia fino a 220’500 franchi avrà diritto all’intero supplemento. Per un capitale LPP compreso tra 220’500 e 441’000 franchi è previsto un supplemento decrescente. Oltre tale soglia non si riceverà nulla.
Redditi bassi
Per finanziare queste rendite supplementari l’aliquota che il fondo di garanzia potrebbe riscuotere dalle casse pensioni andrà portata allo 0,24% dei salari assicurati secondo la LPP.
I dipendenti con un salario annuo di 17’208 franchi per datore di lavoro dovranno essere assicurati obbligatoriamente alla LPP. Attualmente questa soglia è di 22’050 franchi.
La deduzione di coordinamento – ovvero la parte inferiore del salario che non è assicurata – verrà calcolata in un modo diverso. In futuro non sarà più fissa (oggi è pari a 25’725 franchi), ma ammonterà al 20% della busta paga. Il salario continuerà ad essere assicurato come ora fino ad un massimo di 85’320 franchi.
Le aliquote per gli accrediti di vecchiaia prelevati sul salario verrebbero ridotte a due. In futuro i prelievi dalla busta paga dovrebbero ammontare al 9% del salario coordinato tra i 25 e i 44 anni e al 14% per gli over 45. Attualmente il tasso aumenta ogni 10 anni, inizia al 7% e finisce al 18%.