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Regno Unito blindato teme nuovi disordini nelle strade

(Keystone-ATS) Il Regno Unito, a partire da Londra, è blindato per affrontare una nuova ondata di disordini da parte dei gruppi dell’ultradestra, che da oltre una settimana hanno portato lo scompiglio nel Paese.

I livelli di preoccupazione sono così alti che, secondo Sky News, anche Re Carlo ha chiesto di venire aggiornato quotidianamente sulla situazione.

Sono oltre 100 le potenziali proteste che le forze dell’ordine si trovano ad affrontare, soprattutto in Inghilterra: organizzate dalle frange estremiste tramite il continuo tam-tam su internet per prendere di mira anche gli avvocati che difendono i richiedenti asilo, come emerso dalle informazioni raccolte dagli investigatori. E allo stesso tempo i gruppi antirazzisti hanno preparato decine di contromanifestazioni.

Fin da questa mattina i vertici di Scotland Yard hanno affermato di essere pronti a utilizzare “ogni potere, tattica e strumento disponibile per prevenire ulteriori scene di disordini”, dopo quelle avvenute la scorsa settimana nella capitale davanti a Downing Street. Mentre diverse forze di polizia hanno emesso delle ordinanze per vietare temporaneamente gli assembramenti nelle zone più a rischio delle città.

Le misure d’urgenza erano state elaborate martedì sera nel corso della riunione del comitato per le emergenze Cobra, la seconda convocata in due giorni dal premier laburista Keir Starmer, secondo cui chiunque sarà coinvolto negli scontri, incluso chi incita alla violenza sui social media, dovrà affrontare “il pieno rigore della legge”. E i vertici della polizia e della giustizia già parlano apertamente di applicare anche le norme anti-terrorismo contro gli estremisti.

Proprio oggi sono arrivate le prime condanne emesse in tempo record che vanno da tre anni e mezzo e 20 mesi di reclusione. “È solo la punta dell’iceberg”, ha dichiarato il procuratore distrettuale Jonathan Egan. In effetti le corti inglesi stanno affrontando una mole enorme di casi in tempi ridotti, se si considera che il numero totale degli arresti nei disordini ha superato quota 420 e si contano più di 120 incriminati.

Si tratta in gran parte di uomini, anche di teenager che hanno partecipato agli scontri, e tanti ammettono la loro colpevolezza subito. Intanto la paura corre fra le minoranze etniche e le comunità musulmane, con casi di moschee e negozi chiusi e perfino barricati con assi di legno nel timore di un attacco.

Il sindaco di Londra, il laburista Sadiq Khan, in un lungo comunicato ha promesso la “tolleranza zero” contro la violenza nelle strade della capitale, invitando i cittadini all’unità e a “prendersi cura” gli uni degli altri. Ma non mancano le nuove polemiche politiche: Robert Jenrick, ex viceministro dell’Interno e falco anti-immigrazione candidatosi alla leadership del partito conservatore, è ritornato sulla infondata teoria del doppio standard applicato dalla polizia, che sarebbe più soft coi manifestanti appartenenti alle minoranze etniche, invocando l’arresto di chi urla “Allahu Akbar” nel corso di una protesta. È stato accusato di islamofobia e di gettare benzina sul fuoco proprio mentre le comunità di fede islamica vengono attaccate.

Mentre sul fronte del latitante Tommy Robinson, esponente di estrema destra in fuga dalla giustizia inglese che da Cipro sta contribuendo da giorni a fomentare gli scontri via social, si è mossa la polizia dell’isola offrendo il suo aiuto alle autorità di Londra contro il 41enne fondatore e animatore del gruppo xenofobo English Defence League (Edl).

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