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Rassemblement National: Bardella è il candidato premier

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Il presidente del Rassemblement National (Rn) Jordan Bardella sarà “il nostro candidato” primo ministro, ma non sarà lui stesso candidato alle elezioni legislative anticipate.

Lo ha detto il vicepresidente del partito Sébastien Chenu. “Jordan Bardella è stato eletto deputato europeo, quindi possiede già l’unzione popolare” ed “è il nostro candidato per andare a Matignon”, la residenza del premier francese, ha dichiarato Chenu all’emittente Rtl. Per queste elezioni, Rn non si alleerà con altri partiti ma proporrà una piattaforma elettorale che “si rivolgerà a tutti al di fuori dei partiti politici”, ha aggiunto.

Intanto è già cominciata la guerra dei posizionamenti per la campagna elettorale-lampo in vista delle elezioni politiche anticipate convocate dal presidente Emmanuel Macron per il 30 giugno e 7 luglio. Con la maggioranza di governo che cerca di isolare il Rassemblement National di Jordan Bardella – che guiderà la campagna dei suoi ma non si presenterà personalmente candidato – e la gauche che studia e propone varie forme di “fronte” per unirsi non soltanto di fronte all’ipotesi dell’estrema destra al governo ma anche a una vittoria dei macroniani.

Gli schemi politici sono stati scompaginati da quello che viene definito “la giocata da poker” di Macron, che ha gettato la Francia in una situazione di grande incertezza. I tempi sono stretti e l’appuntamento elettorale arriva a ridosso delle Olimpiadi, che cominciano il 26 luglio. Macron ha scritto stamattina su X (ex Twitter) che “il popolo francese farà la scelta più giusta”.

Lo sconvolgimento elettorale di ieri sera si è concluso con il conteggio definitivo dei voti 31,36% al Rassemblement National di Bardella, 14,60% alla macroniana Valérie Hayer (Renaissance), 13,83% a Raphael Glucksmann (PS-Place Publique).

Il partito lepenista, grande vincitore, ha annunciato di non voler fare alleanza con altri partiti – come Reconquete! di Eric Zemmour e Marion Maréchal – ma di voler proporre una “piattaforma elettorale” aperta a tutti senza steccati politici.

Stéphane Séjourné, ministro degli Esteri e capo del partito macroniano di Renaissance, ha lanciato un appello “alla mobilitazione di tutte le forze repubblicane”, lasciando intendere una politica reciproca di desistenza che potrebbe essere varata in accordo con i Républicains.

A sinistra le proposte fioriscono ma la divisioni fra i partiti sono profondissime, in particolare quelle fra socialisti e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon e François Ruffin. Quest’ultimo, insiste con la sua proposta di “fronte popolare” di tutte le sinistre unite. Ha già aderito il segretario socialista Olivier Faure ma sottolineando che “il rapporto di forze è cambiato” con la vittoria della lista di Glucksmann che ha largamente superato La France Insoumise guidata da Manon Aubry (9,89%).

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