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Per la casa ora si guarda più ai costi e meno alla sostenibilità

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Con la crescita dell’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse proprietari di case e inquilini prestano più attenzione ai costi e meno alla sostenibilità.

Lo rivela uno studio della compagnia di assicurazione Helvetia e di Moneypark, società attiva nella consulenza e intermediazione nel ramo immobiliare.

Due terzi di chi possiede una casa (66%) e oltre la metà delle persone che vivono in affitto (58%) afferma di avvertire gli effetti dell’inversione di tendenza dei tassi, emerge da un sondaggio che ha visto coinvolte oltre 1000 persone e che viene effettuato a scadenza annuale. I primi hanno visto salire il tasso ipotecario di riferimento e quindi le pigioni, i secondi il costo della loro ipoteca.

Secondo gli autori della ricerca la pressione sul portafoglio rafforza ulteriormente la sensibilità nei confronti dei prezzi, che già l’anno scorso era aumentata di molto. Il prezzo di locazione o di acquisto occupa un posto sempre più importante nella scelta dell’alloggio, mettendo in secondo piano altri fattori come la luminosità, le dimensioni o gli standard di finitura. Inoltre, il 38% delle proprietarie e dei proprietari intervistati dichiara di investire meno nella casa (23%) o di posticipare gli investimenti (15%) a causa del rincaro.

Poco più della metà (53%) prevede di spendere nella propria abitazione nei prossimi due anni, tuttavia con un budget inferiore rispetto a quello dell’anno precedente. “Il nostro sondaggio dell’anno scorso sembrava far presagire un boom degli impianti fotovoltaici, ma la realtà è rimasta al di sotto delle aspettative”, afferma Lukas Vogt, Ceo di MoneyPark, citato in un comunicato.

La sostenibilità nelle abitazioni continua a essere un tema rilevante per la maggior parte degli interrogati, ma la sua importanza ha subito un calo. L’argomento è molto importante solo per il 26% delle persone intervistate, un dato sensibilmente inferiore al 40% osservato un anno fa; tra i più giovani la quota di coloro che considerano il tema molto importante si è addirittura dimezzata, scendendo al 13%. I romandi e le donne continuano invece ad attribuire un’importanza significativamente maggiore alla questione.

Anche il risanamento energetico non risulta più così urgente: gli interventi previsti sono scesi dal 31% dell’anno precedente al 26%. Il disinteresse (19%) è aumentato notevolmente e un numero significativamente maggiore di persone intervistate (9%) non può attualmente permettersi di effettuare questo tipo di migliorie.

Malgrado tutte le incertezze finanziarie il tipo di immobile dei propri sogni rimane però sempre lo stesso: la casa unifamiliare indipendente resta la forma abitativa più gettonata tra le persone intervistate fino a 65 anni. Continua a ricevere oltre la metà (53%) delle preferenze. L’appartamento in una casa plurifamiliare (27%) si piazza al secondo posto ed è il tipo di immobile più popolare tra gli over 65 anni.

Per la maggioranza la casa ideale dovrebbe trovarsi in campagna, disporre di uno spazio esterno, essere in posizione tranquilla e vicino alla natura e godere di buoni collegamenti con i trasporti pubblici. “La buona esposizione al sole perde di importanza, forse a causa dell’aumento delle temperature: in futuro, potrebbero guadagnare terreno gli immobili dotati di spazi ombreggiati e possibilità efficaci di ombreggiamento in estate”, commenta Vogt.

Chi vive in una casa di proprietà è molto soddisfatto (68%) delle sue condizioni abitative, mentre tra gli inquilini la percentuale è molto inferiore (36%). Ma avere un alloggio proprio è sempre più difficile e l’intenzione concreta di acquistare continua a diminuire: è scesa dal 30% del 2020 al 19% del 2024. Soprattutto tra le persone che vivono in affitto il sogno di una casa di proprietà si è ridimensionato nel corso degli anni: dal 66% al 55%.

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