Per la casa ora si guarda più ai costi e meno alla sostenibilità
Questo contenuto è stato pubblicato al
4 minuti
(Keystone-ATS) Con la crescita dell’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse proprietari di case e inquilini prestano più attenzione ai costi e meno alla sostenibilità.
Lo rivela uno studio della compagnia di assicurazione Helvetia e di Moneypark, società attiva nella consulenza e intermediazione nel ramo immobiliare.
Due terzi di chi possiede una casa (66%) e oltre la metà delle persone che vivono in affitto (58%) afferma di avvertire gli effetti dell’inversione di tendenza dei tassi, emerge da un sondaggio che ha visto coinvolte oltre 1000 persone e che viene effettuato a scadenza annuale. I primi hanno visto salire il tasso ipotecario di riferimento e quindi le pigioni, i secondi il costo della loro ipoteca.
Secondo gli autori della ricerca la pressione sul portafoglio rafforza ulteriormente la sensibilità nei confronti dei prezzi, che già l’anno scorso era aumentata di molto. Il prezzo di locazione o di acquisto occupa un posto sempre più importante nella scelta dell’alloggio, mettendo in secondo piano altri fattori come la luminosità, le dimensioni o gli standard di finitura. Inoltre, il 38% delle proprietarie e dei proprietari intervistati dichiara di investire meno nella casa (23%) o di posticipare gli investimenti (15%) a causa del rincaro.
Poco più della metà (53%) prevede di spendere nella propria abitazione nei prossimi due anni, tuttavia con un budget inferiore rispetto a quello dell’anno precedente. “Il nostro sondaggio dell’anno scorso sembrava far presagire un boom degli impianti fotovoltaici, ma la realtà è rimasta al di sotto delle aspettative”, afferma Lukas Vogt, Ceo di MoneyPark, citato in un comunicato.
La sostenibilità nelle abitazioni continua a essere un tema rilevante per la maggior parte degli interrogati, ma la sua importanza ha subito un calo. L’argomento è molto importante solo per il 26% delle persone intervistate, un dato sensibilmente inferiore al 40% osservato un anno fa; tra i più giovani la quota di coloro che considerano il tema molto importante si è addirittura dimezzata, scendendo al 13%. I romandi e le donne continuano invece ad attribuire un’importanza significativamente maggiore alla questione.
Anche il risanamento energetico non risulta più così urgente: gli interventi previsti sono scesi dal 31% dell’anno precedente al 26%. Il disinteresse (19%) è aumentato notevolmente e un numero significativamente maggiore di persone intervistate (9%) non può attualmente permettersi di effettuare questo tipo di migliorie.
Malgrado tutte le incertezze finanziarie il tipo di immobile dei propri sogni rimane però sempre lo stesso: la casa unifamiliare indipendente resta la forma abitativa più gettonata tra le persone intervistate fino a 65 anni. Continua a ricevere oltre la metà (53%) delle preferenze. L’appartamento in una casa plurifamiliare (27%) si piazza al secondo posto ed è il tipo di immobile più popolare tra gli over 65 anni.
Per la maggioranza la casa ideale dovrebbe trovarsi in campagna, disporre di uno spazio esterno, essere in posizione tranquilla e vicino alla natura e godere di buoni collegamenti con i trasporti pubblici. “La buona esposizione al sole perde di importanza, forse a causa dell’aumento delle temperature: in futuro, potrebbero guadagnare terreno gli immobili dotati di spazi ombreggiati e possibilità efficaci di ombreggiamento in estate”, commenta Vogt.
Chi vive in una casa di proprietà è molto soddisfatto (68%) delle sue condizioni abitative, mentre tra gli inquilini la percentuale è molto inferiore (36%). Ma avere un alloggio proprio è sempre più difficile e l’intenzione concreta di acquistare continua a diminuire: è scesa dal 30% del 2020 al 19% del 2024. Soprattutto tra le persone che vivono in affitto il sogno di una casa di proprietà si è ridimensionato nel corso degli anni: dal 66% al 55%.
Questo contenuto è stato pubblicato al
OpenAI, la società che ha lanciato ChatGPT, aprirà uffici a Zurigo. L'azienda statunitense, con un valore stimato di oltre 150 miliardi di dollari, vuole espandere ulteriormente la propria presenza in Europa.
L’OCSE prevede il PIL svizzero in crescita nel 2025
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) corregge leggermente al rialzo le previsioni sulla crescita svizzera.
Negoziazioni salariali, secondo UNIA “la mobilitazione e i CCL servono, nel 2025 gli stipendi aumenteranno”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Compensazione del rincaro e importanti aumenti di stipendio: Unia traccia un bilancio positivo della tornata di negoziazioni salariali relative al 2025. L'evoluzione in atto è frutto delle mobilitazioni e dei contratti collettivi di lavoro (CCL), afferma il sindacato.
Dal Consiglio nazionale, meno soldi a cooperazione e asilo, di più all’agricoltura
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dopo il personale federale lunedì, oggi è toccato alla cooperazione internazionale (escluso però l'aiuto umanitario), passare sotto le forche caudine dei tagli al preventivo 2025 della Confederazione.
La luna piena offuscherà le stelle cadenti dell’Avvento
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il periodo dell'Avvento normalmente è anche tempo di stelle cadenti: dal prossimo fine settimana si potrà osservare l'annuale pioggia di meteore Geminidi, il cui picco quest'anno sarà però offuscato dalla luna piena.
Economiesuisse: “L’instabilità del mondo mette la Svizzera alla prova”
Questo contenuto è stato pubblicato al
I mercati mondiali instabili mettono alla prova anche l'economia svizzera e la situazione non cambierà nei mesi a venire: è l'analisi di Economiesuisse, che prevede una crescita leggermente inferiore al suo potenziale.
Le ipoteche mettono le persone pensionate a rischio
Questo contenuto è stato pubblicato al
Anche l'ipoteca è un fattore di rischio quando si va pensione: l'85% dei proprietari di case tra i 50 e i 65 anni ha un "problema sostanziale" di sostenibilità a lungo termine del proprio mutuo quando smetterà l'attività professionale.
Preventivo 2025, un quarto di miliardi in meno per la cooperazione internazionale
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per compensare le maggiori uscite per la difesa, pari a 530 milioni di franchi, l'anno prossimo la Confederazione dovrà risparmiare 250 milioni nella cooperazione internazionale (escluso però l'aiuto umanitario).
Preventivo 2025, il Consiglio nazionale vuole più mezzi per l’esercito
Questo contenuto è stato pubblicato al
A causa della situazione geopolitica instabile attuale, dovuta principalmente alla guerra in Ucraina, l'esercito dovrebbe disporre l'anno prossimo di 530 milioni di franchi supplementari rispetto a quanto deciso dal Consiglio federale.
Gli Stati accolgono l’accordo di approvvigionamento di gas con Italia e Germania
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Svizzera deve poter attingere alle risorse energetiche dei Paesi confinanti in modo da garantire un approvvigionamento anche in caso di emergenza.
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.