I piani degli USA per Gaza

La proposta accettata da Israele prevede la deradicalizzazione della Striscia, la liberazione degli ostaggi entro 72 ore, la distruzione delle infrastrutture di Hamas e la creazione di un’autorità transitoria palestinese sotto supervisione americana. Restano incerti i tempi del ritiro israeliano e il futuro governo del territorio.
(Keystone-ATS) Gli Stati Uniti hanno presentato una proposta articolata per mettere fine alla guerra nella Striscia di Gaza e avviare un processo di stabilizzazione. Il piano, accettato da Israele, prevede innanzitutto la deradicalizzazione del territorio, che non dovrà più rappresentare una minaccia. Seguirà una fase di riqualificazione a beneficio della popolazione locale.
In caso di via libera da parte di Hamas, è previsto l’ingresso immediato di aiuti umanitari e la liberazione di tutti gli ostaggi entro 72 ore, cui farebbe seguito la scarcerazione di circa 2’000 detenuti palestinesi. Nessuno sarà obbligato a lasciare Gaza e chi lo farà potrà farvi ritorno.
Il piano include anche la creazione di una forza internazionale di stabilizzazione, destinata a sostituire gradualmente l’esercito israeliano, sebbene i tempi del ritiro non siano definiti. Hamas dovrà cessare ogni presenza nella Striscia: chi consegnerà le armi e accetterà una coesistenza pacifica riceverà un’amnistia, mentre chi vorrà lasciare il territorio potrà farlo. È prevista inoltre la distruzione delle infrastrutture dell’organizzazione.
Resta incerto il futuro governo di Gaza. Israele si impegna a non occupare né annettere il territorio, ma il piano prevede solo un comitato tecnico transitorio palestinese, supervisionato da un board per la pace guidato dal presidente statunitense Donald Trump. Questa autorità resterà in carica fino alla riforma dell’Autorità nazionale palestinese. Nessun riferimento viene fatto alla Cisgiordania, mentre lo Stato palestinese è menzionato come aspirazione del popolo palestinese.