Se è vero che il calcio mondiale parla sempre meno italiano, il BelPaese può vantarsi almeno di aver “ideato” la celebre quanto ambita Coppa del mondo, un trofeo che si assegnerà ora anche a Russia 2018.
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Claudio Moschin
Questo “oggetto del desiderio di milioni di persone” reca infatti la firma di uno scultore e orafo dal cognome lombardo, Silvio Cazzaniga, purtroppo scomparso due anni fa. Fu lui a partecipare e vincere il concorso che nel 1971 doveva forgiare la coppa del mondo in sostituzione della Coppa Rimet stravinta per sempre l’anno prima dal Brasile di Pelè e compagni. E Cazzaniga vinse con una scultura che rappresentava la gioia, l’esultanza e la grandezza dell’atleta nel momento della vittoria: ovvero due calciatori stilizzati che, felici, sorreggono l’intero mondo.
La fabbrica dei sogni
Ora siamo andati alla GDE Bertoni, una piccola azienda lombarda alle porte di Milano, perché è qui che la Coppa del Mondo è nata nei disegni, qui è stata forgiata e perché poi è sempre qui che esperti artigiani ne hanno cura in questo periodo: pulendo, lucidando, restaurando, ritoccando questo storico trofeo ogni quattro anni, soprattutto adesso prima del calcio di inizio del Mondiale. Perché può capitare che la Coppa sfugga di mano, cada per terra nell’euforia della vittoria, prenda una piccola botta, si rovinino magari le due linee di malachite verde alla base e la patina dorata perda lucentezza. E allora ci pensano loro!
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