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Mina Welby. Disobbedienza civile

« Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. »


Queste parole di Piergiorgio Welby sono impresse nella memoria di molti italiani, come lo è il suo atto di disobbedienza civile. Piergiorgio, affetto da distrofia muscolare, in fase terminale di malattia chiese che gli venisse staccato il respiratore, morì in Italia il 20 dicembre del 2006. Il medico anestesista che lo aiutò, il dottor Mario Riccio, subì un procedimento penale che si concluse in Udienza Preliminare con la sua piena assoluzione.

Mina Welby, dopo la morte del marito Piergiorgio ha proseguito il suo impegno pubblico a sostegno dei principi di autodeterminazione della persona, delle scelte di fine vita, dell’assistenza adeguata a malati e disabili. Mina è Copresidente dell’Associazione Luca Coscioni, associazione no profit di promozione sociale che fa parte del Partito Radicale.

Caso Trentini: indagati in procura

Mina è indagata dalla procura di Massa in Toscana, insieme a Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, per aver accompagnato in Svizzera Davide Trentini, cinquantatrenne malato di sclerosi multipla che ha scelto di avere una morte volontaria assistita. Trentini è deceduto il 13 aprile dopo essere stato accompagnato da Mina e Cappato nel suo viaggio da Massa a Basilea. Cappato ha raccolto la richiesta di aiuto di Trentini attraverso “SOS Eutanasia, soccorso civile per l’eutanasia” che fornisce informazioni alle persone che vogliono ottenere l’eutanasia, ed in determinate condizioni – contemplate dalla proposta di legge di iniziativa popolare del Comitato per l’eutanasia legale – fornisce loro anche l’assistenza logistica e quella finanziaria.

In un primo momento Mina Welby ha assistito Trentini nel prendere contatto, in lingua tedesca, con l’associazione Lifecircle Eternal Spirit, ma dato che Marco Cappato è già indagato per aver aiutato dj Fabo, per scongiurare eventuali ostacoli, Mina ha deciso di esserci anche nel viaggio.

Legge sull’eutanasia

Un’altra battaglia per Mina, che si è esposta in prima persona per dare voce a chi in Italia invoca una legge sull’eutanasia. Il codice penale italiano prevede una pena severa, dai cinque ai dodici anni di reclusione, per il reato di istigazione o aiuto al suicidio, nel caso in cui il suicidio avviene.

Mina e Cappato al ritorno dalla Svizzera si sono autodenunciati alla procura di Massa ed il procuratore capo Aldo Giubilaro ha aperto un fascicolo a loro carico, era il 19 di aprile. Il giorno successivo al Parlamento italiano, alla Camera dei Deputati, si è approvato in prima votazione la proposta di legge “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento sanitario”, in una parola il biotestamento. L’Italia non è mai stata così vicina all’ottenimento di una legge per colmare il vuoto legislativo in materia di bioetica ed il momento è propizio per una approvazione definitiva in Senato.

Oltre a miglioramenti sul piano del rispetto delle volontà del paziente, la legge introduce la possibilità di interrompere nutrizione e idratazione e di ottenere la sedazione terminale  profonda. Quest’ultimo punto, ad oggi riservato esclusivamente ad alcune malattie terminali, principalmente malattie oncologiche, è uno dei principali passi in avanti della legge. Le nuove norme consentirebbero maggiori possibilità di presentare ricorsi e potrebbero ridurre in parte gli espatri per la morte volontaria assistita.

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