Un'estate torrida, caratterizzata da pochi e violenti temporali che non hanno permesso di risolvere il problema della siccità. A farne le spese sono i bacini lacustri del Nord Italia. Con il Lago Maggiore, vera e propria riserva idrica per l'area al confine tra Lombardia e Piemonte bagnata dal fiume Ticino, che fa registrare un livello sotto lo zero idrometrico.
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Carmen La Gatta, alaNews
A lanciare l’allarme è la Coldiretti di Varese: “Gli agricoltori si adoperano con sistemi di irrigazione a basso consumo idrico”, afferma il presidente Fernando Fiori, “ma è la società civile tutta che dovrebbe risparmiare acqua visto che ce ne sarà sempre meno”.
Lo sbarramento di regolazione, la Diga della Miorina, è spalancata da giorni, così da evitare che l’emissario del Lago Maggiore, il fiume Ticino, resti a secco con gravi conseguenze per le colture.
“Le vere emergenze si sono vissute solamente in alcune zone”, cerca di tranquillizzare Alessandro Ubiali, presidente dell’ente regolatore Consorzio Ticino. “Auspichiamo che con l’arrivo dell’autunno le piogge ricomincino così da riempire i nostri bacini”.
Problemi non solo all’agricoltura
Diverse sono le realtà del territorio che contano danni causati dalla siccità. Ne è esempio il Camping ‘Il Gabbiano’ di Golasecca, Varese, a poche centinaia di metri dall’uscita del Ticino dal Verbano.
“In breve tempo abbiamo visto le nostre entrate precipitare”, rivela la titolare Giorgia Cattorini. “Stiamo perdendo clienti fissi perché venendo qui non possono più prendere la barca, il livello dell’acqua in alcuni mesi non arriva nemmeno a 10 centimetri. Il paradosso”, conclude, “è che paghiamo una tassazione identica agli esercizi che affacciano sui laghi lombardi, un’assurdità”.
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