Meno sensazionalismo, ma anche meno rapidità. Il giornalismo nella Svizzera italiana, pur utilizzando la stessa lingua, è molto differente da quello di oltreconfine, spiega Marcello Foa, amministratore delegato del gruppo Corriere del Ticino e docente all’Università della Svizzera italiana USI.
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“Dal punto di vista giornalistico l’Insubria non funziona”, dice Foa, sottolineando come non esistano abbastanza scambi e contatti fra la stampa da una parte e dall’altra del confine. La divisione ha fatto crescere due tradizioni giornalistiche completamente differenti, con i relativi pregi e difetti.
“La Svizzera è forse uno dei pochissimi paesi deve la tutela dei protagonisti di un fatto di cronaca è effettiva, nessuno viene ‘sbattuto in prima pagina”, spiega il CEO del quotidiano ticinese. Al contempo il giornalista elvetico, in modo particolare nello stile, è “più inibito” dei colleghi italiani, forse troppo.
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